Riguardo il Green Pass ha qualcosa da dire anche il microbiologo Andrea Crisanti che in un intervista su La 7 ha dichiarato “non esiste nessuna prova che il suo uso modifichi la trasmissione”
Andrea Crisanti, medico microbiologo docente di microbiologia presso l’Università di Padova, ha detto la sua sulla certificazione verde durante un’intervista a “L’aria che tira” su La 7 e ha spiegato che l’adozione e l’obbligo di Green Pass di fatto non assicurano la diminuzione dei contagi, al massimo aumentano la percentuale di vaccinati “viene millantato come misura per creare ambienti sicuri ma non ha proprio senso”.
Crisanti ha da ridire sulla strategia adottata dal Governo in previsione della riapertura dei luoghi al chiuso, che si fonda appunto sulla certificazione o tamponi in loco, e soprattutto non condivide la strategia comunicativa dell’esecutivo che presenta il Green Pass come garanzia di immunità. Lo scienziato ha infatti dichiarato che non ci sono evidenze che collegano il Green Pass con la diminuzione dei contagi perché la certificazione non è un’assicurazione di salvezza. Secondo Crisanti la politica di comunicazione dell’esecutivo nasconde il vero movente alla base dell’introduzione del Green Pass, ossia l’aumento del numero dei vaccinati. Ne aveva parlato in questi termini anche la virologa Gismondo che aveva apostrofato il certificato come un atto di ipocrisia da parte del Governo, un espediente per non rendere la vaccinazione obbligatoria sulla carta ma imporla nei fatti. “io non sono contrario all’utilizzo del Green Pass in senso lato, basta chiamarlo per quello che è. Non tollero l’ipocrisia del Governo su questo. Se uno Stato vuol fare rispettare la legge deve comminare sanzioni molto chiare ma non può mentire” ha dichiarato Crisanti, che precisa: l’unico scopo che si persegue con l’introduzione del Green Pass è quello di aumentare la percentuale dei vaccinati. Alle domande di Francesco Magnani sull’utilità della certificazione verde in luoghi quali scuola e mezzi pubblici il microbiologo risponde affermando che il solo utilizzo della mascherina FFP2 – efficace al 98%- potrebbe essere una soluzione per la ripartenza. Conclude con un commento sull‘immunità di gregge affermando che è quasi un’utopia pensare che si possa arrivare all’immunità di gregge senza il vaccino, data la natura mutevole del virus e vista la forza delle sue varianti.
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