Il direttore generale dell’ Aifa – Agenzia italiana del Farmaco – è intervenuto per fare chiarezza sulla situazione vaccinale del Paese.
Nicola Magrini, numero uno dell’ Aifa – l’Agenzia Italiana del Farmaco – ha rilasciato recentemente alcune dichiarazioni circa il vaccino anti Covid e la campagna vaccinale di massa che culminerà il 30 Settembre. L’ Obiettivo? Raggiungere il 70% della popolazione, traguardo che verosimilmente verrà centrato. Il direttore lo definisce come “un grande risultato” che, però, dovrà scontrarsi con una riflessione a livello internazionale sul post pandemia. Già ad oggi i problemi sono molti: prendiamo, ad esempio, l’ambito scolastico dove vi sono ancora 217 mila professori non vaccinati, circa il 15% e i tempi per la doppia dose sono scaduti. Il Governo, tramite il ministro dell’ Istruzione Patrizio Bianchi, ha già dichiarato che intende correre ai ripari stanziando ben 358 milioni in supplenti che sostituiranno il personale docente che risulterà “assente ingiustificato” per mancato possesso del Green Pass. Se gli ingranaggi del presente fanno fatica a “girare”, si deve obbligatoriamente tenere conto, poi, della futura ed inevitabile convivenza con il Covid.
Proprio su questo tema è intervenuto nuovamente il direttore dell’ Aifa sancendo a chiare lettere che parlare oggi di terza dose in modo generico è un messaggio “che confonde”. Un richiamo in anticipo non verrà indirizzato a tutti, ma solo ai soggetti più esposti a rischio più elevato come “trapiantati, pazienti oncologici o coloro che fanno terapie specifiche immunosoppressive” per i quali è stato dimostrato che la terza dose è necessaria per raggiungere una buona immunità. Più verosimilmente, sempre a detta di Magrini, sarà necessario operare un mantenimento della campagna vaccinale ricorrendo ad una dose all’ anno.
Oggi, il dibattito sulla terza dose scalda il panorama internazionale e la comunità scientifica: da una parte la nota congiunta dell’ Ecdc e dell’ Ema che dichiarano come non ci siano sufficienti dati scientifici che portino a pensare che sia necessaria una terza dose del vaccino, dall’ altra i paesi come Francia, Regno Unito, Germania e Israele che hanno già previsto un terzo richiamo a partire da settembre per le fasce più deboli. Sul piano nazionale, poi, vi sono ancora messaggi contrastanti da parte degli esperti: Da un lato Emanuele Montomoli, responsabile dei test e professore di Igiene e Medicina preventiva, secondo il quale la terza dose è inevitabile, in quanto dal virus “non ci libereremo mai“; dall’ altra Antonio Cassone, già direttore di Infettivologia dell’ Iss e componente dell’ American Academy of Microbiology e Roberto Cauda, direttore di Infettivologia al “Gemelli” di Roma che sostengono come la sperimentazione sul mondo animale porti a pensare che somministrazioni reiterate di vaccini Rna “potrebbero non essere accettabili senza una sperimentazione appropriata.” Insomma, una esternazione che mal si concilia con la dichiarazione del direttore dell’ Aifa che ritiene invece necessaria una dose ogni anno.