Aveva 40 anni e una figlia di 4 ora di lei rimangono i ricordi del comagno che vuole fare chiarezza sulla vicenda
Laila El Harim aveva 40 anni, viveva a Modena con il compagno Manuele Altiero e la loro piccola di 4 anni, sognava il matrimonio e una casa a Gallipoli. Sogni che purtroppo rimarranno tali, perchè la donna ha perso la vita sul lavoro, schiacciata da un macchinario martedì 03 Agosto; la donna lavorava in un’azienda di packaging e lavorazione della carta per prodotti dolciari e di pasticceria chiamata Bombonette a Camposanto in provincia di Modena e viveva a Bastiglia, una frazione distante 10 minuti dal’azienda. Aveva appena iniziato il suo turno in fabbrica quando intorno alle 8:30 a causa di un incidente ancora da chiarire è rimasta incastrata in un macchinario, una fusellatrice che stava controllando.
Dalle prime ricostruzioni la donna è stata colpita alla testa ma a quanto pare nel suo reparto non c’era nessuno al momento dell’accaduto per aiutarla. Tempestivi ma inutili i soccorsi del 118: il corpo senza vita della donna è stato estratto dal macchinario dai vigili del fuoco poco dopo. Il compagno però non riesce a credere che fosse sola, e ora pretende di sapere cosa davvero sia accaduto. I due si erano conosciuti sul lavoro dieci anni prima in una azienda di Rivara di Bonporto e avevano scelto di andare a convivere poco dopo. L’uomo racconta che la compagna era davvero brava nel suo lavoro ed era da poco stata assunta dalla Bombonette, azienda di proprietà di Fiano Setti un noto imprenditore modenese, con un nuovo incarico che le dava più responsabilità ma anche più soddisfazione. Laila sapeva come fare il suo lavoro dopo tanti anni nel settore, e ciò che sconvolge di più il compagno è l’idea che sia morta sola “Appena sono arrivato, come per potersi giustificare, mi hanno detto che il collega era in reparto ma poi lui stesso mi ha detto di non aver sentito gridare. È un mistero al momento”. Al momento la Procura di Modena ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, e mentre le indagini proseguono con il sequestro del macchinario e un fascicolo è stato aperto anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Sulla questione, ormai ivenuta quasi un problema strutturale per le aziende italiane dopo il caso di Luana D’Orazio morta a soli 22 anni, e purtroppo di tantissimi altri operai come Andrea Recchia 37enne di Parma, anche i sindacati stanno facendo sentire la loro voce chiedendo maggiori controlli da parte delle aziende “Dov’è la prevenzione delle aziende e dove sono i controlli delle istituzioni, è una vergogna”.
Mentre continuano ad accavallarsi voci sulla questione il compagno di Laila non si da pace e si chiede come farà a dire a sua figlia che la mamma non potrà più abbracciarla. La ricorda commosso parlando dei loro viaggi isieme “abbiamo visto bellissimi posti insieme” “La ricordo sulle spiaggie della Grecia o nel Sahara”.