Estate del Green Pass: i Carabinieri controllano gli stabilimenti balneari, e ne chiudono 21

I carabinieri dei NAS, sotto l’ordine del Ministero della Salute, hanno controllato se gli stabilimenti balneari del nostro paese rispettano le norme di sicurezza anti-covid.

Spiaggia
(GettyImages)

I carabinieri dei NAS, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno fatto irruzione nei lidi ed esercizi di ristorazione sul mare e sui laghi, per verificare l’attuazione delle misure di contenimento alla diffusione da Covid-19. L’esito dei controlli non è per niente positivo: su 886 controlli effettuati su tutto il territorio nazionale, uno stabilimento balneare su 3 presenta irregolarità. I NAS hanno controllato il distanziamento degli ombrelloni, l’uso delle mascherine, la presenza dei dispenser per disinfettarsi le mani e i sistemi per la rilevazione della temperatura corporea. Sono tutti gli elementi che hanno dovuto verificare sul territorio nazionale per poi arrivare alla chiusura di ben 21 attività.

Le carenze igienico sanitarie riscontrare dai NAS sono gravi, soprattutto nelle aree adibite alla ristorazione dove vengono preparati i pasti e dove vendono conservati gli alimenti. Chi presentava le lacune maggiori, ha dovuto chiudere. In totale, sono 21 le attività che hanno dovuto smettere di lavorare. Secondo i risultati delle verifiche, in totale sono 258 le irregolarità, presenti nel 29% degli esercizi ispezionati. Messe a giudizio 17 persone all’Autorità Giudiziaria e 217 a quella amministrativa. Sequestrati oltre 1,3 tonnellate di materia prima e di prodotti alimentari destinati ai pasti, soprattutto prodotti di mare, a base di pesce. Tutto per un valore complessivo di 77 mila euro.

Non solo irregolarità sulle norme anti-covid

I carabinieri dei NAS hanno riscontrato non solo irregolarità alle norme di sicurezza anti-covid, in molti casi infatti, sono stati trovati anche alimenti in cattivo stato di conservazione e pronti per essere somministrati alla clientela. Alimenti senza indicazioni utili a stabilirne le origini, errate procedure di congelamento, carenze igieniche e strutturali degli ambienti per la preparazione dei pasti, con spazi ristretti e sporchi che non garantiscono i minimi requisiti per le condizioni ottimali.

Tante delle violazioni, 351 contestate per un ammontare di sanzioni pari a più di 200 mila euro, riguardano anche l’assenza di cartellonistica informativa e la mancanza delle necessarie e periodiche pulizie e sanificazioni che servono per la prevenzione della diffusione epidemica di Covid-19.

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