Sono circa 90 le persone rimaste senza lavoro nel giro di 36 ore. Gli ormai ex dipendenti di Logista sono stati liquidati con un semplice WhatsApp.
Siamo rimasti tutti a bocca aperta alla notizia di quanto avvenuto ad Agrigento dove un bracciante in nero ha aggredito l’imprenditore che voleva assumerlo.Altrettanto sconvolgente quanto arriva da Bologna dove sabato 31 luglio, alle ore 22 circa, la multinazionale Logista – monopolista nella distribuzione del tabacco – ha licenziato i dipendenti tramite un messaggio su WhatsApp. Nel messaggio si leggeva: “Da lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall’attività lavorativa. Cordiali Saluti“. Novanta persone rimaste in mezzo ad una strada nel giro di un weekend. A darne notizia è stato il sindacato Si Cobas: “Circa 90 persone che in meno di 36 ore scoprono di non avere più un lavoro. Molti di loro sono in ferie. Nessuno di loro in questi due anni di pandemia si era mai fermato a riposare, perché i tabacchi si sa sono considerati attività essenziale”. I rappresentanti del sindacato hanno spiegato, inoltre, che la multinazionale non si era preoccupata troppo di salvaguardare la salute dei dipendenti: infatti anche quando era scoppiato un focolaio di Covid, non avevano voluto chiudere nemmeno un giorno. E pur non avendo subito i danni legati alle chiusure e ai lockdown, Logista Italia SpA , ha deciso di licenziare tutti.
Logista sarebbe intenzionata a delocalizzare l’attività in altri siti italiani, spostando i magazzini a Tortona ed Anagni, dove – secondo il sindacato – il costo del lavoro sarebbe più basso. I rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato che laddove Logista vorrebbe spostare l’attività ci sono ancora le cooperative, si lavora ancora 12 ore al giorno, i livelli di inquadramento sono i più bassi previsti dal CCNL e non ci sono buoni pasto.
Per il Si Cobas, il problema del sito di Bologna non sarebbe legato alla produttività bensì al costo del lavoro considerato eccessivo. Agli albori, infatti, i lavoratori più anziani lavoravano anche 16 ore al giorno per uno stipendio da 900 euro al mese e nessuna sicurezza sul lavoro. Situazioni di sfruttamento che, purtroppo, esistono ancora nel 2021 come è stato scoperto in una rinomata azienda veneta. Le cose, tuttavia, alla Logista sono cambiate a partire dal 2013 quando – ricordano i sindacalisti – i lavoratori hanno iniziato ad organizzarsi con il Sicobas ottenendo un netto miglioramento delle loro condizioni economiche, livelli di inquadramento adeguati, buoni basto e premi di produttività. “Logista non chiude per crisi ma per fame di profitto” – hanno concluso.
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