Il microbiologo patavino Andrea Crisanti interviene sull’attuale situazione che sta sconvolgendo il Regno Unito. A suo dire l’Italia non è lontana da quello scenario catastrofico.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono saliti di 4259 unità e portano il totale a 4.297.337. Da ieri 21 morti che fanno salire le vittime a 127.905 e 2235 guariti che raggiungono quota 4.118.124. Totale persone vaccinate: 28.072.581.
I casi attualmente positivi continuano a salire: 51.308, +1998 rispetto a ieri. I ricoverati sono 1196, +2 mentre in terapia intensiva 158 assistiti, -7 da ieri.
Covid: le previsioni di Crisanti
I casi di Covid, da qualche giorno, hanno ripreso la via dell’ascesa. Ad incidere sui nuovi contagi pesa moltissimo la variante Delta che, pur non essendo più pericolosa, è oltre mille volte più contagiosa della Alpha. Per questa ragione, qualche settimana fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva messo in guardia: questa mutazione virale rischia di arrivare al 90% già entro agosto. Pertanto – nonostante i vaccini – una quarta ondata di Covid-19 in Italia è tutt’altro che imprevedibile. “Se si osserva quello che è successo in Inghilterra, che secondo me è un’anticipazione di quanto succederà in Italia. Considerando anche il fatto che il tasso di protezione della popolazione italiana è più basso di quello inglese, non è che ci vuole un’arte divinatoria per capire quello che succederà in Italia” – queste le parole del microbiologo dell’Università di Padova, il professor Andrea Crisanti, intervenendo su Raitre ad Agorà Estate.
Lo scienziato – numeri alla mano – ha spiegato che l’Inghilterra è passata, nel giro di 40 giorni, da mille casi a 50mila al giorno. E non si tratta solo di casi asintomatici in quanto – ha puntualizzato Crisanti – il paese britannico è passato da 2-3 morti a 50 morti al giorno e da 500 ricoveri a 2.500. Secondo il microbiologo, con questo numero di casi, se non ci fossero i vaccini anti Covid, in Inghilterra si conterebbero 700-800 morti al giorno. E che dire dell’Italia? L’esperto appare piuttosto deluso dal modus operandi di un Governo che – a suo dire – non sta agendo tempestivamente per bloccare la risalita dei contagi: “Abbiamo sprecato 6 mesi l’anno scorso e ci apprestiamo a sprecare altri 6 mesi quest’anno. Penso che sia sconcertante dover assistere per la seconda volta all’aumento dei casi durante l’estate. Non abbiamo imparato nulla“.
L’Esecutivo si appresta a decidere se ed – eventualmente – quando seguire la Francia nel rendere il Green Pass obbligatorio per poter accedere a determinati luoghi pubblici come bar, ristoranti e persino treni. Il professore, per quanto d’accordo con questa linea “dura” alla Macron, ritiene che non sia ancora sufficiente e ritorna sull’importanza di un tracciamento a tappeto come quello che venne applicato nel piccolo comune veneto di Vo’ Euganeo durante la prima ondata pandemica, quando proprio Crisanti era alla guida della task force della Regione Veneto. “Il Green pass facilita la vita delle persone e le attività ricreative ma chiamarlo uno strumento che blocca la trasmissione direi di no. Ci vogliono ben altre cose. Ad esempio un sistema di tracciamento degno di questo nome. Bisogna sviluppare un’App che funzioni, potenziare la capacità di fare tamponi e inserirla in una politica di tracciamento nazionale. Non che ogni Regione fa come le pare” – ha concluso il microbiologo.