I vaccini anti Covid tornano al centro dell’attenzione. Non solo AstraZeneca, ora anche Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson sono al centro del dibattito su possibili conseguenze avverse.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono saliti di 1534 unità e portano il totale a 4.273.693. Da ieri 20 morti che fanno salire le vittime a 127.808 e 1287 guariti che raggiungono quota 4.105.236. Totale persone vaccinate: 24.310.848.
I casi attualmente positivi ritornano a salire: 40.649, +223 rispetto a ieri. I ricoverati sono 1128, -21 mentre in terapia intensiva 157 assistiti, – 1 da ieri.
In principio fu AstraZeneca. In principio fu il siero anglo svedese a destare i primi timori che sono cresciuti a seguito del decesso della giovanissima Camilla Canepa, la 18enne genovese morta al Policlinico San Martino. Perplessità cresciute, poi, per i continui cambi di rotta: a febbraio AstraZeneca era consigliato solo per persone con meno di 55 anni, da aprile in poi solo per soggetti con più di 60 anni, poi di nuovo a tutti purché con consenso informato. Di recente, tuttavia, anche i vaccini di Pfizer e Moderna sono stati associati – dall’Ema, l’Agenzia europea per il Farmaco – a possibili rischi per il cuore. E nemmeno Johnson&Johnson si salva. La Food and Drug Administration – Fda – ha messo in guardia sui possibili rischi neurologici legati al vaccino americano. In pratica Johnson&Johnson – precisano gli esperti – farebbe aumentare il rischio di una rara sindrome di Guillain-Barrè, nota anche come ‘paralisi di Landry’ . Tale sindrome si manifesta con una paralisi progressiva agli arti: prima le gambe e poi le braccia. Gli studi, tuttavia, hanno stabilito che le probabilità di sviluppare questa sindrome sono molto basse.
Tra i casi studiati, quello di un americano di 57 anni del Delaware, che negli ultimi quattro anni aveva avuto un infarto. L’uomo è morto ad aprile dopo aver ricevuto il vaccino Johnson&Johnson e aveva sviluppato proprio la sindrome Guillain-Barrè. Questa notizia, di certo, non gioca a favore della campagna di vaccinazione. Per quanto la quota dei vaccinati abbia raggiunto buona fetta della popolazione, sono ancora tanti gli scettici e i timorosi anche tra il personale medico e infermieristico. Non solo tra i giovani, anche tra le persone con più di 60 anni non mancano i soggetti che rifiutano di farsi iniettare il siero anti Covid.
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