Michela Murgia è intervenuta contro il Vaticano e la Chiesa nel recente dibattito sul Ddl Zan e le sue parole hanno scatenato la polemica: ecco che cosa ha detto.
Michela Murgia in un articolo a sua firma su “La Stampa” ha commentato la recente comunicazione del Vaticano, che con una “nota verbale” ha chiesto al governo italiano una modifica al Ddl Zan.
Le parole di Michela Murgia
Una vera e propria entrata a gamba tesa quella del Vaticano nei confronti del Ddl Zan, almeno secondo Michela Murgia, che ha usato queste parole per definire l’intervento della segreteria di stato vaticana, l’equivalente del Ministero degli Esteri, per mediare con lo Stato italiano. Secondo la scrittrice il disegno di legge Zan è solo una tra le tante armi nella “guerra che va consumandosi nelle stanze vaticane“, una guerra a chi riesce a mettere più in imbarazzo Papa Francesco.
La frecciatina della Murgia si è rivolta ad alcuni politici italiani, in particolare il riferimento è a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, “quelli che si fanno i selfie con Orban“. “La parte più retriva dello scenario politico è già pronta a sfruttare questa lotta intestina, ma il timore fondato è che tutta la politica italiana, sempre intimorita dallo spauracchio curiale, possa essere incline a dar retta alla richiesta di rivedere un disegno di legge che è già frutto di mille compromessi“, sostiene. La preoccupazione della scrittrice è quindi che il governo possa cedere alle pressioni della Chiesa e questo non dovrebbe mai succedere. Mentre il Vaticano, invece, di preoccupazioni de ha ben altre: “se la legge viene approvata, le scuole cattoliche non saranno esentate dal dover insegnare il rispetto per le persone, quale che sia la loro condizione e il loro orientamento“, scrive la Murgia. “Ma perché mai dovrebbe essere diversamente? Perché per una parte del sistema scolastico finanziato dallo stato dovrebbero valere leggi diverse da quelle che valgono per tutti gli altri? Se le scuole cattoliche rivendicano la qualifica di paritarie, sarebbe ora che lo fossero in tutto, non solo quando si tratta di ricevere i fondi pubblici“.
Michela Murgia, il problema delle scuole paritarie
La realtà, stando alle parole della scrittrice, è molto dura: le scuole “cosiddette paritarie” la discriminazione la praticano già. “Se divorzia o va a convivere, chi vi insegna corre già il rischio di poter essere licenziato, nonostante sia anche con le sue tasse che viene garantita l’esistenza degli istituti cattolici all’interno del sistema educativo pubblico“, ha concluso Michela Murgia.
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