Ancora alla gogna mediatica Malika Chalhy, dopo le bugie dette durante una trasmissione televisiva. Il suo agente l’abbandona, mentre ieri hanno chiuso le indagini sul padre e la madre, che ora rischiano il processo.
Malika Chalhy si trova ancora sotto il mirino accusatorio di molti, soprattutto sui social. La ragazza, 22 anni originaria di Castelfiorentino a Firenze, si è ritrovata nella gogna mediatica dopo aver mentito pubblicamente sui soldi ricevuti grazie alla raccolta fondi di GoFoundMe.
Malika: cos’è successo
Un paio di mesi fa, racconta Malika, viene malamente cacciata di casa dal padre e la madre, dopo essersi dichiarata omosessuale e innamorata della sua ragazza Camilla.
La ragazza durante un’intervista a Fanpage, lo scorso aprile, rende noto l’audio della madre che la insulta ripetutamente. Il litigio familiare diventa di dominio pubblico e molti, coinvolti e sconvolti dalle traversie raccontate, partecipano generosamente alla raccolta fondi per sostenere la ragazza.
Vengono raccolti 140 mila euro. Ciò che è stato donato, da tutto il paese, le è stato donato per ricostruirsi una vita. Una nuova vita per quella che è sembrata una povera e indifesa ragazza cacciata di casa. Iniziano così per Malika le interviste, le ospitate televisive e i servizi di chi vuole raccontare la sua storia. Malika si ritrova in un ciclone mediatico, molto più grande di lei e del controllo che una ventiduenne può possedere.
La solidarietà che le ha espresso un paese unito, dopo aver ascoltato la sua storia, è cessata in maniera rapida e improvvisa, dopo che si viene a conoscenza che Malika ha speso i soldi della raccolta fondi per comprarsi un auto e un cane costosi, esattamente una Mercedes Classe A e un French bulldog da 2500 euro.
Le scuse non sono bastate: parla il suo (ormai ex) agente
Malika, dopo essere stata attaccata sul suo profilo Instagram, pubblica un post e chiede scusa: “chiedo scusa, ero sotto pressione. La cosa peggiore è sapere di aver deluso chi mi ha aiutata” e aggiunge “sto ricevendo una valanga di insulti“.
La ragazza durante le prime interviste aveva annunciato di voler fondare un’associazione assieme alla deputata del PD Laura Boldrini e di aver avuto contatti con quest’ultima. Dopo la gogna mediatica però, i sospetti sulle parole di Malika aumentano e si viene a scoprire che la Boldrini non ha ricevuto alcuna richiesta e non ha avuto nessun contatto con la ventiduenne.
Malika risponde a chi la accusa di aver detto l’ennesima bugia: “non ho mai detto di averle chiesto di fare un’associazione! O meglio, non sono stata io a dirlo”. La ragazza spiega come sia stata la sua agenzia ad aver espresso il desiderio di consultare la Boldrini per aprire un’associazione a favore dei ragazzi discriminati. Ma la risposta del suo – ormai ex – agente non tarda ad arrivare.
Il suo agente, Giuseppe Carriere, ha rivelato infatti al Corriere, di essere estremamente amareggiato e deluso dal comportamento di Malika Chalhy e che si aspettava un maggior impegno nel sociale da parte sua. A quanto pare la ragazza ha mentito anche a lui, giurando che la Mercedes non fosse sua. L’agente dichiara anche di aver abbandonato l’incarico, ancor prima del vortice in cui si è ritrovata la ragazza per le sue bugie.
Chiuse le indagini sui genitori di Malika: il fratello la accusa
Intanto si sono chiuse le indagini sul madre e il padre della ventiduenne, iniziate con la denuncia presentata da Malika dopo essere stata insultata e cacciata di casa dalla famiglia. L’inchiesta che è stata coordinata dal pubblico ministero della Procura di Firenze, Giovanni Solinas, si è chiusa nelle scorse ore con l’accusa di molestie e violenza privata. Ora i genitori di Malika rischiano il processo, ma il fratello non ci sta: “non sta raccontando la verità.”