Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori interviene a sorpresa sui giovani e le loro abitudini, complice un’educazione sbagliata.
Il problema dell’abuso di alcool e droga specie tra i più giovani – stando alle stesse parole del sindaco di Bergamo Giorgio Gori – si riduce al fatto che i ragazzi avrebbero troppi soldi in tasca. Le parole pronunciate dal Primo Cittadino della provincia lombarda non lasciano molti dubbi su come la politica veda ancora in maniera piuttosto distorta determinate situazioni, non comprendendo le dinamiche complesse e spesso legate anche alla singola persona che possono spingere qualcuno ad abusare di sostanze: “Non è possibile che un ragazzo stia fuori tutte le sere fino alle 3 e torni ubriaco e che i suoi genitori non lo sappiano o glielo consentano”, ha affermato il sindaco commentando alcuni episodi che hanno visto assembramenti degenerare in risse o aggressioni a volte accompagnate dall’utilizzo di alcolici e droghe. Per concludere, Giorgio Gori ha incolpato i genitori responsabili di dare ai ragazzi “troppi” soldi: “Questi ragazzi hanno troppi soldi in tasca per comprarsi tre, quattro, cinque drink a sera e magari comprarsi pasticche e qualcos’altro“, la conclusione a cui arriva il primo cittadino.
Il commento di alcune testate giornalistiche in merito agli episodi in cui ragazzi hanno abusato di droghe ed alcool dopo il lockdown scarica invece la responsabilità su chi vorrebbe legalizzare le droghe leggere – nonostante l’alcool possa essere già legalmente comprato a partire dai 18 anni – e puntano il dito contro lo stesso partito di Giorgio Gori, il PD: “Come si può pretendere che un ragazzo coltivi una cultura anti-droghe e anti-alcol se c’è una sinistra che in più occasioni ha dimostrato di essere eccessivamente aperturista sul tema delle droghe leggere?”, si legge in un articolo che commenta le dichiarazioni del sindaco su Il Giornale. In realtà i fatti dimostrano che molti episodi terminati in tragedia per uso di droghe pesanti evidenziano spesso un contesto sociale difficile in cui i giovani sembrano abbandonati a loro stessi. Inoltre, psicologi e psichiatri hanno più volte evidenziato come, durante il lockdown, le chiusure siano state deleterie per la psiche di tanti ragazzi, trovatisi da un giorno all’altro isolati e senza poter vedere i coetanei. Sarebbe dunque interessante ad esempio un’analisi in merito a come un anno di chiusure e restrizioni sociali abbia influenzato la psiche dei giovani invece di arrivare ad un conteggio del denaro che hanno in tasca o ad altre conclusioni affrettate.
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