La decisione di un manifestante per i diritti LGBT di vestirsi da Gesù Cristo durante la sfilata degli attivisti non è piaciuta a tutti: un politico in particolare protesta.
A tanti italiani famosi o meno non è andata giù la decisione del Vaticano di rigettare il Ddl Zan, chiamando in causa il Concordato per richiedere delle modifiche: i manifestanti LGBT del Pride di Roma hanno risposto con più di una provocazione, scendendo in piazza anche con un Gesù Cristo in versione “arcobaleno” con tanto di stigmate disegnate sulle mani, un modo per protestare contro la decisione della Santa Sede. E’ accaduto nel corso dell’ultima manifestazione organizzata dal Pride di Roma che ha sfilato per le piazze della Capitale aperta proprio dal manifestante con il travestimento in questione, un modo – secondo i manifestanti – per mostrare sostegno ad una categoria che non avrebbe sufficienti tutele legali di fronte ad aggressioni ed insulti di stampo omofbo.
La decisione di far sfilare un manifestante vestito da Gesù Cristo con i colori LGBT di fronte ad uno striscione recitante: “Per la laicità dello Stato aboliamo il concordato”, non è piaciuta a tutti in politica. Pensare che non si tratta nemmeno di un episodio isolato: sempre nello stesso corteo sfilato per le strade di Roma infatti ha fatto la sua apparizione anche un manifestante con una maschera di Papa Francesco I, stringendo tra le mani un cartello che recita: “Si al Ddl Zan”. Provocazioni in fin dei conti innocue ma non per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che ha protestato con veemenza ribadendo la posizione del suo partito in merito al Ddl Zan: “Se sei convinto delle tue idee e delle tue posizioni, non hai bisogno di insultare nessuno. Io la penso così. Qualcun altro evidentemente no”, ha detto il politico che ritiene i travestimenti di alcuni manifestanti e le modalità della protesta”offensive” nei confronti di milioni di fedeli legati alla Chiesa Cattolica.