La Procura indaga sul comportamento dei due turisti tedeschi che sabato notte hanno provocato nel Lago di Garda l’incidente in cui hanno perso la vita Greta Nedrotti e Umberto Garzarella.
I due turisti tedeschi che sabato notte hanno travolto con il loro motoscafo l’imbarcazione a bordo della quale viaggiavano Umberto Garzarella – trentesettenne titolare di un’azienda di manutenzione caldaie – e Greta Nedrotti, uccidendoli, erano arrivati sul Garda – luogo di villeggiatura che erano abituati a frequentare da tempo – per assistere al passaggio della Mille Miglia, la gara di auto d’epoca sfilata nel golfo di Salò proprio sabato scorso.
La serata, però, è finita in modo tragico e i due, indagati a piede libero dall’autorità giudiziaria, secondo quanto si apprende avrebbero già fatto ritorno in Germania. L’incidente, la cui dinamica rimane da chiarire, è stato terribile: il corpo straziato di Garzarella è stato rinvenuto all’alba di domenica al largo del porto di Portese, a San Felice del Benaco, sul fondo della sua piccola imbarcazione, distrutta. Le operazioni di recupero del cadavere di Greta Nedrotti, invece, sono state più complesse: il corpo della ragazza, rimasto privo delle gambe, è stato ritrovato a 98 metri di profondità, a circa 300 metri dal porto di Portese.
Secondo le ricostruzioni della Procura, il piccolo gozzo di Garzarella è stato investito e travolto sabato attorno alle 23:30 dal motoscafo “Riva Acquarama“, di proprietà dei due tedeschi; il mezzo sarebbe letteralmente planato sopra alla piccola barca in legno, per poi fare ritorno al centro nautico Arcangeli di Salò – sede di ormeggio del motoscafo – come se nulla fosse accaduto. “C’era buio, non abbiamo visto nulla“, si sono giustificati i due, indagati per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso, di fronte ai Carabinieri.
D’altra parte le evidenze riscontrate sul mezzo non hanno lasciato spazio a dubbi: incastrato nella carena del motoscafo, infatti, è stato ritrovato parte del legno dell’imbarcazione di Garzarella, mentre uno dei due tedeschi avrebbe riportato alcune lievi contusioni. Il sospetto di chi indaga è che il motoscafo procedesse a velocità elevatissima e che gli occupanti potessero essere annebbiati per l’assunzione di un’eccessiva quantità di alcol.
Decisivo in questo senso sarà l’esito delle analisi disposte dal pubblico ministero Maria Cristina Bonomo, che puntano a rintracciare la presenza di alcol nel sangue dei due turisti che, secondo la ricostruzione dei loro movimenti nelle ore precedenti e successive all’incidente, avrebbero cenato sulla sponda veronese del Garda prima di salire a bordo del “Riva Acquarama“, per poi – subito dopo aver provocato il terribile incidente – fare tappa in un bar del centro di Salò prima di fare ritorno in albergo.