Al via le sospensioni dal lavoro – senza retribuzione – per chi ancora rifiuta il vaccino anti Covid. Tuttavia, per il momento, saranno interessate solo alcune categorie di lavoratori.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono saliti di 495 unità e portano il totale a 4.253.460. Da ieri 21 morti che fanno salire le vittime a 127.291 e 11.320 guariti che raggiungono quota 4.049.316. Totale persone vaccinate: 15.769.898.
I casi attualmente positivi scendono a 76.853, -10.857 rispetto a ieri. I ricoverati sono 2390, -54 mentre in terapia intensiva 385 assistiti, -4 da ieri.
I contagi, i decessi e i ricoveri continuano a scendere tanto che, a breve, tutta Italia si colorerà di bianco. Parallelamente la campagna vaccinale prosegue spedita. Ma, nonostante ciò, rimaste sempre uno zoccolo duro da scalfire: quello dei no- vax. Dopo la Russia anche in Italia ci si avvia verso la sospensione dal lavoro – senza retribuzione – per coloro che ancora rifiutano di vaccinarsi. Tuttavia, per il momento, questo provvedimento non riguarderà tutti ma solo alcune categorie di lavoratori: coloro che operano in ambito sanitario. Le aziende sanitarie, infatti, stanno cominciando ad applicare la procedura di sospensione di medici e infermieri non vaccinati, come stabilito dal decreto approvato lo scorso aprile in base al quale, per il personale sanitario, vige l’obbligo di vaccinarsi.
Nelle scorse settimane le aziende sanitarie hanno inviato una serie di richiami formali agli operatori ancora senza vaccino, indicando data e ora della somministrazione. Ma alcuni non si sono presentati. A chi non si è presentato all’appuntamento è stato inviato un avviso di sospensione. Per prima cosa i medici o gli infermieri che scelgono di rifiutare il vaccino anti Covid, non potranno più svolgere mansioni che comportino contatti con le altre persone. Saranno banditi da qualsiasi lavoro che possa in qualche modo favorire il rischio del contagio. Anche se, anche coloro che hanno già ricevuto entrambe le dosi del vaccino, possono comunque contrarre l’infezione virale e, a loro volta, contagiare altri soggetti. Nel caso in cui non fosse possibile spostare questi operatori in settori non a contatto con il pubblico o assegnare loro compiti non a rischio, allora potrebbe essere sospesa la retribuzione anche fino alla fine dell’anno.
Circa un mese fa un centinaio di professionisti della sanità in Liguria avevano deciso di fare ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale. Avevano impugnato la lettera che chiedeva appunto ai medici e agli infermieri di comunicare l’avvenuta vaccinazione. Da quando era stato introdotto l’obbligo con il decreto di aprile era apparso subito chiaramente che si sarebbe arrivati ai ricorsi visto anche il fatto che le sanzioni previste per i sanitari no vax – o, comunque, dubbiosi o scettici a riguardo – sono il demansionamento o la sospensione dal lavoro.
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