Condanna ridotta per l’uomo che nel 2019 uccise a sangue freddo il suocero. Quest’ultimo aveva abusato sessualmente della nipotina. Per i giudici è stata “un’esecuzione”.
Un omicidio a sangue freddo fuori da un noto centro commerciale del Milanese. Accadde nel febbraio del 2019: un uomo di 36 anni – con l’aiuto di un complice – freddò il suocero davanti all’ipermercato Il Gigante di Rozzano, nella periferia del capoluogo lombardo. Il padre della compagna, Antonio Crisanti, aveva ripetutamente abusato della nipotina e aveva anche avuto il coraggio di ritornare a Milano dopo che il genero gli aveva intimato di sparire. “È stata una vera e propria esecuzione” – questo quanto scritto nelle motivazioni della sentenza che ha condannato a 18 anni di carcere un 36enne Emanuele Spavone e a 12 anni il suo complice, Achille Mauriello. Per il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Milano, Ivana Caputo a latere Franca Anelli, quello avvenuto davanti al supermercato “Il Gigante” è stato “un atto di giustizia sommaria che, con diverso movente, anche solo con un regolamento di conti fra pregiudicati avrebbe portato all’ergastolo“.
A entrambi gli autori del gesto, nel maggio scorso, erano state ridotte le pene: per il 36enne erano stati chiesti vent’anni di carcere mentre solo 18 per il complice. Per tutti e due i giudici hanno considerato che la pena poteva essere mitigata per la continuazione tra i reati di omicidio volontario aggravato e il porto abusivo d’arma. Al complice inoltre sono state riconosciute le attenuanti nonostante la piena consapevolezza delle intenzioni dell’omicidio. I due erano stati arrestati poco dopo aver commesso l’omicidio. La vittima – il suocero del 36enne – era indagato dalla Procura per abusi sulla nipotina . L’uomo, un 63enne di origini campane, era quindi tornato nella sua città d’origine. Il 36enne, prima che l’uomo sparisse da Rozzano, lo aveva avvisato che se fosse tornato a Milano per lui sarebbe stata la fine: “Se torni qui, ti ammazzo” – le chiare parole del genero. Una promessa che ha poi mantenuto quando il suocero ha fatto ritorno nell’hinterland milanese. Non appena appresa la notizia del rientro di colui che aveva abusato sessualmente della sua bambina, il 36 enne non ha avuto dubbi sul da farsi: ha chiesto a un complice di accompagnarlo e a bordo di un motorino ha freddato il 63enne con alcuni colpi di pistola.
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