A Spoleto un genitore infuriato ha sporto denuncia dopo che un’insegnante avrebbe preso di mira suo figlio usando un termine razzista.
Un’accusa molto pesante di razzismo quella mossa da un genitore comprensibilmente furioso con un’insegnante di una scuola di Spoleto in Umbria: secondo il padre di un giovane di origini nord africane, la donna avrebbe usato un termine sprezzante per rivolgersi allo studente. Il ragazzino – nato e cresciuto a Spoleto – avrebbe subito il presunto episodio di discriminazione razziale ad ottobre prima che si passasse alla Dad a causa del Coronavirus ma la denuncia è arrivata solo dopo in seguito ad altri episodi simili: “Non è il primo episodio simile, ho deciso di sporgere denuncia”, ha detto ai Carabinieri il padre del giovane.
“Bisogna isolare quello scimpanzé, non dovete parlare con lui”, l’episodio più grave avrebbe visto l’insegnante pronunciare queste parole contro il suo alunno. Sono stati gli stessi compagni di classe a riferire quanto accaduto. Dopo aver saputo dell’episodio, il ragazzino avrebbe iniziato a non voler più andare a scuola ed è ricorso all’aiuto di uno psicologo. In un’altra occasione l’insegnante – rifiutandosi di usare il nome arabo del ragazzo – aveva deciso di continuare a chiamarlo con un nome italianizzato. Quando lo studente le aveva fatto notare che quello non era il suo nome, forse pensando ad un errore della docente, lei avrebbe risposto: “Ti chiamo come mi pare, se non ti sta bene tornatene al paese tuo“.
“Non mi era mai successo nulla di simile in trent’anni che sono in Italia. Ho aspettato che l’istituto prendesse provvedimenti. Ma non è successo niente”, ha dichiarato il padre dello studente. “A questo punto sono stato costretto prima a denunciare, poi a raccontare a tutti”, conclude l’uomo la cui versione dei fatti è state resa nota da Repubblica. Secondo il padre l’arrivo della Dad è stata provvidenziale perché il figlio non si sentiva più a suo agio in aula: “Lo psicologo mi ha detto che era stato fatto un grosso danno: non si sentiva più a suo agio in classe”.
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