Lo scontro tra Gianluca Pecchini e Aurora Leone sembra essere ben lontano dalla fine: l’ex direttore dell’ Associazione Nazionale Italiana Cantanti ha querelato la 22enne.
Con una nota insieme al suo avvocato, Gianluca Pecchini ha spiegato i motivi che hanno portato alla decisione di querelare Aurora Leone, membro del gruppo comico “The Jackal”. E così la polemica – scoppiata a seguito dalle parole che sarebbero state usate per allontanare la ragazza dal tavolo della squadra – non si spegne e anzi torna a far parlare di sé.
Già Pecchini ne aveva parlato nei giorni scorsi, annunciando di procedere per vie legali in caso i The Jackal non avessero ritirato ciò che era stato da loro affermato su di lui. “Quello che chiedo ai The Jackal è di essere sinceri e di dire la verità su quanto è accaduto. Se non dovessero farlo dovrò tutelare la mia immagine da questa macchina mediatica del fango“, aveva avvisato dalle pagine di tutti i giornali. Ma così non è stato: Aurora Leone e il gruppo di comici infatti non hanno ritirato le accuse e così Pecchini ha deciso di querelare la 22enne.
I motivi sono scritti nero su bianco sulla nota da lui diffusa insieme al proprio avvocato Gabriele Bordoni: “Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici, ho deciso di presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così la mia dignità di uomo e di professionista“.
La vicenda è nota: Aurora Leone, invitata alla Partita del Cuore per una raccolta fondi di beneficienza per la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, è stata allontanata dal tavolo al quale sedeva la sera prima della partita. Il motivo? Perché donna e le donne “non giocano a calcio” e quindi non possono stare sedute al tavolo dei giocatori. O almeno questo è quanto è stato affermato dalla Leone e dal suo collega Ciro Priello, invitato insieme a lei. Secondo Pecchini invece non sarebbe andata così, e proprio per questo ha voluto agire per vie legali.
“L’iniziativa assunta con querela per diffamazione aggravata presso la Procura di Torino è stata necessaria per ristabilire la verità dei fatti. L’uso diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare che va tenuto ben distinto dalla loro strumentalizzazione“, ha fatto sapere l’avvocato Bordoni. Una “propalazione di notizie infondate, confuse e lesive” secondo il penalista starebbe però alla base dell’atteggiamento “da querela” di Aurora, capace di “innescare in poche ore la demolizione della reputazione di una persona, difficilmente recuperabile“.
Al momento non è ancora pervenuta una risposta pubblica da parte della 22enne.
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