Un uomo che anni fa sparò al suocero, accusato di aver abusato di sua figlia in più occasioni, ha ottenuto una riduzione di pena assieme al complice che lo aiutò.
Una tragedia che distrusse una famiglia intera quella culminata il 25 febbraio 2019 con i colpi di pistola esplosi da un uomo dopo aver saputo che la figlia era stata abusata dal suocero, un uomo di 63 anni che si trovava anche sotto indagine per le molestie. Per questo omicidio, il padre infuriato che ha deciso di vendicare la figlia – appena 8 anni all’epoca dei fatti – non sconterà la pena completa, hanno deciso i magistrati. L’omicidio avvenuto due anni fa nel quartiere popolare di Rozzano in provincia di Milano era stato annunciato dall’uomo che aveva minacciato il suocero per quanto aveva fatto alla figlia: “Se torni qua ti ammazzo”, aveva affermato il 36enne quando il suocero, forse temendo proprio una ritorsione, era fuggito a Napoli. Quel 25 febbraio il 63enne era tornato a Milano e l’uomo aveva portato a termine il suo proposito di vendetta, arrivando di fronte ad un supermercato del quartiere in motorino con un amico e sparando alcuni colpi di pistola contro il suocero, morto sul colpo.
Adesso i magistrati hanno valutato la posizione dei due uomini coinvolti nell’omicidio: il complice ha dichiarato di aver soltanto guidato il motorino fino al luogo dell’omicidio e che non poteva immaginare cosa l’uomo aveva intenzione di fare. Dal canto suo, l’omicida ha ricevuto la conferma degli abusi del suocero: lo stesso giorno dell’agguato infatti una incidente probatorio tenutosi in aula aveva confermato le accuse mosse dalla bimba verso il nonno. Una storia di abusi terminata con una vendetta come successo in casi simili: ma stavolta il verdetto ha accorciato, anche se di poco, le pene per gli imputati. Il padre della bimba che ha premuto il grilletto non sconterà i 20 anni chiesti dall’accusa ma 18. Il complice trascorrerà 15 anni in detenzione anziché 18 come era stato inizialmente deciso.