Michela Murgia difende la libraia che rifiuta di vendere il libro della Meloni

Michela Murgia parla di democrazia per difendere la libraia che si è rifiutata di vendere il libro di Giorgia Meloni, ma le sue parole sono incoerenti e lasciano ampio spazio per le critiche.

Michela Murgia

Michela Murgia è tornata a farsi sentire e l’argomento al centro delle polemiche questa volta è il nuovo libro della politica Giorgia Meloni, “Io sono Giorgia“, fresco di pubblicazione ma già molto criticato. Tra i più scettici si trova anche la Murgia che ha fatto sapere pubblicamente di appoggiare la scelta della libraia che ha deciso di non vendere il libro della politica del centrodestra. Ma le sue posizioni hanno scatenato molti dubbi. Ecco che cosa ha detto.

“Io sono Giorgia” è l’ultima recente uscita di Giorgia Meloni, nelle librerie dall’11 maggio. È un’autobiografia, nella quale la politica parla per la prima volta di sé a tutto tondo. Il libro, anche se inevitabilmente di politica parla, non è un manifesto strategico, ma il nome dell’autrice (che per forza di cose è schierata politicamente) ha fatto storcere il naso ad alcuni librai che hanno boicottato il volume decidendo di non annoverarlo tra i titoli della propria libreria, suscitando qualche malumore.

Murgia: “Se ho clienti celiaci non vendo pane col glutine”

La Murgia ha voluto dire la sua sull’argomento, raggiunta telefonicamente da Paolo Del Debbio durante “Dritto e Rovescio”. Naturalmente la scrittrice si schiera dalla parte di chi ha scelto di non vendere il volume: “In Italia escono 170 libri al giorno. Nessun libraio vende tutti quei 170 libri, li compra e li espone. Ciascuno sceglie quello che corrisponde alla sua clientela“.
Il paragone è molto chiaro: “Se io sono un panettiere che ha solamente clienti celiaci è inutile che io venda pane con glutine“. Questo esempio però non è piaciuto all’interlocutore che ha considerato non valido il parallelo tra una panetteria e una libreria, visto che, a differenza della prima, la seconda è un simbolo di libertà di pensiero. Obiezione alla quale ha Murgia ha subito risposto che il vero luogo di scambio di libertà e pensiero sono le biblioteche, ed infatti lì i volumi della Meloni si possono trovare.
La blogger ha risposto anche al commento che vede la mancata vendita del libro da parte di alcune persone come una censura alla cultura di una corrente di pensiero non allineata. Per farlo ha voluto parlare di democrazia: “Un libraio può anche decidere di fare scelte politiche. È legittimo o non è legittimo in democrazia fare delle scelte sulla merce che si vuole esporre?“, ha infatti risposto al giornalista. “C’è una legge che vieta a una libraia che è schierata politicamente di non vendere dei libri di cui si sente antagonista? Ci mancherebbe pure che la libraia dovesse, per garantire la sua democraticità, esporre libri contrari alle sue idee“.

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