Marco Carta lo ha rivelato: dal compagno Sirio vorrebbe un figlio ma i due devono ricorrere all’utero in affitto perché in Italia non sono approvate le adozioni per coppie omosessuali. L’argomento divide l’opinione pubblica.
Marco Carta ha parlato per la prima volta a Vanity Fair di alcuni passi importanti della sua vita privata che spera si potranno realizzare presto: il matrimonio, e poi un figlio. Per lui e il compagno Sirio Campedelli è tutto molto più complicato: le adozioni alle coppie gay non sono ancora permesse in Italia. E così il cantante, noto per aver vinto nel 2008 il talent “Amici di Maria De Filippi”, ha fatto sentire la propria opinione sull’argomento. Scatenando non poche polemiche.
Che Marco Carta fosse omosessuale si sapeva da qualche anno. Era il 2018 quando il cantante ha fatto coming out, rivelando il suo “segreto” di cui però già tanti sospettavano. Ci vuole sempre tanto coraggio ad esporsi su questioni così delicate, soprattutto quando a farlo è un personaggio in vista come il cantante sardo. “Ero idolatrato da tutte le ragazzine d’Italia, mi chiedevo cosa sarebbe successo se avessi condiviso quel che avrei tanto voluto condividere“, ha raccontato lo stesso Carta riferendosi al periodo prima del coming out. “Mi faceva soffrire l’idea di dovermi nascondere, di non poter camminare mano nella mano con il mio fidanzato, con il quale a ottobre festeggio i sette anni d’amore. Volevo solo vivere con normalità il mio rapporto“. Un rapporto che adesso aspetta solo di essere coronato con un matrimonio. Solo una volta rientrata la pandemia, però. “Mi piacerebbe molto sposarmi, e di certo lo farò. Prima, però, vorrei si esaurisse l’emergenza sanitaria“, ha recentemente fatto sapere il musicista. “Vorrei ricordarmi il giorno delle mie nozze per tutta la vita, festeggiare con gli amici e una serenità che sia vera e totalizzante“.
Nelle ultime ore, e a distanza di tre anni dal coming out, Marco si è esposto nuovamente su un’altra questione delicata ma molto cara alle coppie omosessuali: la possibilità di avere un figlio tramite l’utero in affitto.
Carta si è sbilanciato su una questione molto importante per lui e Sirio: i due stanno provando ad allargare la famiglia ma si devono scontrare con la legge italiana che vieta l’adozione di un bambino a due genitori gay. Proprio per questo il 36enne sardo ha fatto sapere che insieme al compagno ricorrerà al metodo dell’utero in affitto per poter avere un bambino. “Trovo triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio. L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore“, ha dichiarato il cantante, pieno di amarezza.
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Marco sa bene cosa vuol dire crescere senza i genitori: suo padre è stato assente sin dalla nascita e la madre è morta quando lui aveva soli dieci anni, ma dai nonni ha ricevuto comunque amore. Amore che non si riceve invece negli orfanotrofi. “In istituto ti danno da mangiare, ti danno da bere. Non ti danno amore. L’amore non si compra“, ha affermato il cantante, e poi ha affrontato nello specifico la delicata questione dell’utero in affitto. “È un nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare“.
L’opinione pubblica si è divisa in due: se sui social i suoi sostenitori si fanno sentire a gran voce, sono tante anche le persone che esprimono il proprio disappunto.
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