La riforma di Papa Francesco I, intenzionato a ridurre gli stipendi di alcuni esponenti e funzionari nel Vaticano, non piace a tutti: ecco perchè.
I cambiamenti, soprattutto quando sono di natura socio economica, incontrano sempre delle opposizioni come quelle che Papa Francesco I sta trovano nella sua riforma per Città del Vaticano che parte da un taglio di alcuni stipendi giudicati troppo consistenti a funzionari della chiesa cattolica che hanno già iniziato a protestare per il provvedimento. La decisione del pontefice di ridimensionare le cifre percepite da alcuni alti cardinali e funzionari dello stato pontificio non è infatti piaciuta ai diretti interessati – che in certi casi arrivano a percepire più di 6.000 euro al mese – pronti a richiedere un incontro diretto con il Papa per discutere dei tagli: “Per cosa stiamo pagando, Santità? Per le casse dell’Obolo destinato ai poveri, per aumentare gli stipendi ai dirigenti laici o per le costosissime consulenze esterne di cui si servono regolarmente?”, la domanda attorno a cui ruota la protesta dei funzionari del Vaticano sottoposti al taglio degli stipendi. I cardinali ed i funzionari interessati sostengono infatti che i tagli economici dovrebbero interessare piuttosto i funzionari laici del Vaticano.
L’incontro che i funzionari del pontefice hanno richiesto – a loro detta – dovrebbe evidenziare: “Le enormi criticità che caratterizzano l’intero sistema e che lo inducono a sprecare molto denaro”. E le criticità in questione secondo i religiosi che si dicono “amareggiati” per la decisione presa il 24 marzo 2021 sarebbero da ricercare altrove: “I funzionari laici occupano splendidi appartamenti dell’Apsa, posizionati nelle zone più prestigiose di Roma, senza corrispondere alcun affitto all’Amministrazione in questione mentre noi impiegati paghiamo tutto quanto“, argomentano gli impiegati del Vaticano sottoposti ai tagli di stipendio. A loro detta, una riforma economica dovrebbe necessariamente passare tramite un rigido inquadramento degli stipendi dei laici. Ed in effetti, appaiono esclusi dalla riforma alcuni funzionari laici che percepiscono stipendi anche superiori ai 6.000 euro mensili propio come recita il comunicato di protesta: “Il vero problema è che il Vaticano è basato su un sistema di privilegi che risultano deleteri sia a livello economico che reputazionale”, si legge nel comunicato di protesta dei lavoratori della Santa Sede a cui il Papa non ha ancora risposto.