Un uomo di Bergamo, Maurizio Quattrocchi, ha concluso la sua esistenza tragicamente. Nel 2019 era stato accusato dell’omicidio della moglie Zinaida Solonari.
Era stato accusato dell’omicidio della moglie Maurizio Quattrocchi, un peso che l’uomo non è più riuscito a reggere finendo per togliersi la vita in una cella del carcere di Bergamo dove si trovava in attesa di poter dare la sua versione agli investigatori, tra pochi giorni. Il fatto di sangue per cui l’uomo era indagato risale al 6 ottobre 2019: secondo l’accusa, Maurizio Quattrocchi avrebbe sferrato 18 coltellate contro la 36enne Zinaida Solonari, la sua consorte. L’accusa aveva anche raccolto elementi che qualificavano Maurizio come un marito violento e possessivo che aveva già alzato le mani contro la donna, tutte accuse respinte dall’uomo, come spiega l’avvocato: “Alcuni aspetti secondo lui non erano veri, come il fatto che fosse già stato un marito violento“, ha spiegato il legale. Quell’immagine di uomo aggressivo e violento che avrebbe reso il matrimonio della moglie “un inferno durato 10 anni” come aveva detto un testimone Maurizio l’aveva sempre rigettata. E alla fine, il peso delle accuse lo ha sopraffatto.
“L’udienza lo ha sconvolto, non ha retto”, aggiunge l’avvocato che lo ha seguito fino al tragico epilogo del caso. Maurizio non è nemmeno riuscito ad arrivare al momento del processo in cui avrebbe potuto fornire la sua versione dei fatti: “Era pentito, sentire la testimonianza del figlio grande gli ha fatto rivivere quei momenti. Era un padre amorevole, mi chiedeva sempre se le sue figlie avrebbero testimoniato”. Le stesse figlie che adesso si trovano orfane: “Per loro è un’altra terribile perdita, un papà per quanto colpevole è sempre un papà. È una tragedia nella tragedia”, conclude il legale. Adesso, uno dei molteplici casi di uxoricidio avvenuti nel paese si chiude in modo improvviso e inaspettato: per andare a fondo nelle indagini è stata disposta un’autopsia che dovrà stabilire come l’uomo sia riuscito a togliersi la vita mentre era all’interno della sua cella, impiccandosi in bagno. Il compagno di cella di Maurizio Quattrocchi dice di non essersi accorto di nulla perchè l’uomo avrebbe agito nottetempo: nella cella sono stati trovati alcuni biglietti di addio, destinati a familiari ed amici dell’uomo che evidentemente aveva premeditato il suo gesto.