Il rapper Kaprio è stato trovato in possesso di 2005 dosi medie singole di hashish e 678 di marijuana ma il giudice del tribunale di Torino ha deciso di applicare la pena dell’uso personale. Ecco perchè.
La legge è uguale per tutti. Lo sancisce la nostra costituzione ma non sempre la regola viene rispettata. Ne è la prova la sentenza di un giudice di Torino che ha ritenuto 2005 dosi medie singole di hashish e 678 di marijuana un quantitativo di droga per uso personale.
Ma facciamo un passo indietro. La vicenda riguarda il giovane rapper Kaprio all’anagrafe Sofian Naich. Il 26 ottobre scorso il ragazzo è stato accusato di aver preso parte all’assalto delle vetrine di lusso avvenuto nel centro di Torino, nella quale sono state distrutte 44 vetrine di negozi e rubata tutta la merce all’interno. A seguito delle perquisizioni nell’abitazione del cantante sono state trovati grandi quantitativi di droga. Arrivato in tribunale in direttissima il giudice ha ritenuto che la pena adeguata agli stupefacenti ritrovati fosse giudicabile come un “quinto comma“, quello che si applica per l’uso personale, che solitamente non supera i 5 grammi. Una decisione decisamente bizzarra considerando che la droga sequestrata era decisamente maggiore dei limiti attribuiti all’uso personale. La motivazione che ha portato il giudice alla decisione è altrettanto stravagante. Secondo il magistrato torinese essendo Kaprio un artista sarebbe giustificato all’uso degli stupefacenti per aumentare la sua creatività. “Naich risulta comporre musica rap con il nome d’arte di “Kaprio” scrive il giudice nelle spiegazioni della sentenza. Il magistrato ha voluto specificare che in certi contesti e ambienti artistici sia normale l’uso di sostanze stupefacenti, per favorire la creatività artistica. Inoltre il fatto che nell’abitazione non siano stati ritrovati soldi escluderebbe il fatto che la droga venisse spacciata.
L’accusa a questo riguardo aveva fatto presente che oltre alle droghe era stata ritrovata una bilancia di precisione, solitamente usata da chi vende droga per creare le dosi da commercializzare. Il rapper si era difeso raccontando che il bilancino serviva per pesare la marijuana che avrebbe consumato. Inoltre, come raccontato da Kaprio, gli stupefacenti ritrovati sarebbero una la scorta fatta in vista dell’imminente lockdown, durante il quale non avrebbe più avuto possibilità di acquistarla.
Per il giudice, che ha accolto in pieno la tesi difensiva, le sue dichiarazioni sono attendibili: “Per la giovanissima età, l’incensuratezza, la buona condotta processuale, possono essergli permessele attenuanti generiche”. Per questo motivo il ragazzo ha meritato una pena più lieve: 10 mesi di reclusione, doppi benefici di legge – sospensione condizionale e non menzione della condanna – e l’immediata liberazione.
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