Dagli interrogatori di Roberta e Amanda, amiche della ragazza che ha denunciato Ciro Grillo e tre suoi amici per stupro, emergono nuovi dettagli sui fatti di quella notte: i ragazzi offrirono loro alcol e marijuana.
Continuano ad emergere dettagli e informazioni sul caso di presunto stupro che vede coinvolto Ciro Grillo insieme a tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Mentre le posizioni dei quattro accusati sembrano differenziarsi – con Corsiglia che negli ultimi giorni avrebbe preso le distanze da una serie di eventi accaduti quella notte – dai verbali dell’interrogatorio di Roberta, l’amica di Silvia, la ragazza che ha denunciato i quattro per stupro, emergono nuovi particolari, alcuni dei quali contrastanti con le versioni fornite dai giovani.
Secondo Roberta – coinvolta a sua volta nell’inchiesta come presunta vittima, non per uno stupro ma per una serie di foto che la ritraggono addormentata, mentre i giovani poggiavano i genitali, nudi, sul suo viso – Grillo e i suoi amici avrebbero ripetutamente offerto alle ragazze di bere alcolici e di fumare marijuana, quella sera. Proposte rifiutate dalle due amiche: “Quando eravamo a casa ci proponevano di fumare marijuana“; i quattro si domandavano “l’un l’altro dove l’avessero messa“.
Poi, la ragazza fornisce una serie di altre informazioni agli inquirenti: svegliatasi durante la notte, avrebbe sentito Ciro urlare, riferendosi a Silvia: “Me la sono portata a casa perché me la volevo scopare invece lo sta facendo lui“. Poi, il figlio del comico genovese si sarebbe presentato direttamente da Roberta proponendole “se volessi andare in camera con lui“. Offerta ancora una volta declinata dalla giovane.
Ed è proprio in quelle ore che si sarebbe consumata la violenza denunciata dall’amica della ragazza. Al risveglio, si legge ancora nei verbali dell’interrogatorio, Roberta vede Silvia “accovacciata accanto a me, in accappatoio e piangeva“. Alle domande, però, la ragazza “non rispondeva” e poco dopo, all’arrivo di uno dei ragazzi che “chiedeva se era tutto a posto, lei gli volgeva le spalle… si è allontanata“. Dalle parole dell’interrogatorio emerge lo stato di choc della giovane, che si trovava “in un letto singolo nuda, confusa, aveva tutto il trucco colato… si guardava intorno come se non riuscisse a capire dove fosse“. Poco dopo, la confessione all’amica: “Ha detto: ‘mi hanno violentata tutti’“.
Qui si inseriscono le affermazioni della migliore amica di Silvia, Amanda, che racconta agli inquirenti di aver ricevuto – il giorno successivo ai fatti – una serie di foto dall’amica: “Erano scatti in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia all’altezza del bacino“. L’interrogatorio della giovane, risalente al 5 settembre 2019, a due mesi di distanza dai fatti, fornisce poi una serie di informazioni relative alla personalità di Silvia, definita dall’amica “all’apparenza molto socievole con i ragazzi, ma in realtà fragile e suggestionabile. Si fanno un’opinione di lei sbarazzina, ma sbagliata“.
Certo è che Amanda è rimasta impressionata dalle immagini che l’amica le aveva inviato: “Non erano foto della casa, ma di lei. Ho visto i lividi in più parti del corpo e nei commenti mi ha anche aggiunto che aveva molto dolore“. Le due amiche si sentono al telefono, parlano a lungo: nella conversazione, Silvia racconta ad Amanda delle violenze subite e dell’indifferenza di Roberta: “Mi diceva che le aveva raccontato le violenze subite e che voleva andare via. Ma Roberta le ha risposto che la cosa non le importava e si è rimessa a dormire“.