Un ragazza di 22 anni nella vasca da bagno e un attimo di distrazione: muore in un attimo

Una ragazza di 22 anni è morta folgorata ella vasca da bagno.

folgorata vasca da bagno
Emanuele Cremaschi/Getty Images/Archivio

Un attimo di distrazione: il telefono che scivola, cadendole dalle mani, e la scarica elettrica che la colpisce. Sono bastati pochi istanti perché il bagno caldo che una ragazza si 22 anni si era concesso come pausa – relax, si trasformasse in un dramma. La giovane, infatti, si era immersa nella vasca e aveva portato con sé il telefono cellulare, in modo da poter guardare durante il bagno il proprio show televisivo preferito: il dispositivo era collegato al caricabatterie e, nel momento in cui le è caduto di mano, finendo nell’acqua, ha comportato una scarica che ha folgorato la ragazza, uccidendola sul colpo.

La giovane, che viveva a Gossau, nel Canton San Gallo svizzero, era entrata nella vasca attorno alle 20 e aveva cominciato a guardare una puntata di una trasmissione televisiva che era solita seguire. Dopo aver notato che lo smartphone era scarico, la giovane aveva deciso di collegarlo al caricabatterie per proseguire nella visione, attaccandolo ad una presa di corrente non lontana dalla vasca: un gesto che le è probabilmente costato la vita.

Il dispositivo – collegato alla fonte di energia da 220 volt – è scivolato dalle mani della ragazza e, finendo a contatto con l’acqua, ha portato alla scarica che l’ha uccisa. Una tragedia che, con ogni probabilità, non si sarebbe verificata qualora il cellulare fosse stato scollegato dalla corrente elettrica.

Diversi esperti, infatti, fanno notare che la maggior parte dei telefoni cellulari attualmente in vendita è fornita di una batteria che non rilascia corrente verso l’esterno, anche nei momenti in cui il dispositivo è in funzione. “Non a caso, cresce sempre più il numero di smartphone con certificazione IP67 o IP68, capaci di resistere a cadute accidentali in acqua o a immersioni più profonde e durature, fino a 3 metri e a 60 minuti“. Diverso, però, è il caso in cui a cadere in acqua sia uno smartphone collegato ad una sorgente elettrica: una circostanza che può portare a gravi conseguenze in alcune situazioni. Eppure, la questione, secondo gli esperti, rimane più complessa di così: “La potenza da 220 volt non viene trasferita totalmente al cellulare, perché ridotta e canalizzata dal trasformatore inserito nel caricabatterie. Al contrario, avremmo smartphone bruciati al primo caricamento. Le cause vanno allora ricercate altrove. Lo smartphone di per sé non veicola elettricità. Anche se fosse agganciato alla presa a muro e da questa si staccasse per finire in acqua, la quantità di corrente che dalla porta di alimentazione passa per il cavetto non sarebbe tale da causare una folgorazione (si parla di 3 volt)“.

Possibile, allora, che a causare la scarica letale possa essere stata la caduta in acqua dell’intero caricatore, “i cui ‘dentini’ potrebbero essere il presupposto del passaggio di corrente da una fonte primaria attraverso il conduttore, e da qui alla persona immersa. Una potenza sicuramente minore di 220 volt ma resa rischiosa da alcune condizioni, come l’assenza di un salvavita“.

Tragedie analoghe, purtroppo, sono già avvenute in passato: è il caso di una ragazza morta nel 2017 a Crotone, dopo che una ciabatta, alla quale era attaccato un telefonino in carica, era caduta nella vasca. Più recente un caso verificatosi a Legnano e costato la vita ad un trentaduenne.

 

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