Il padre della ragazza che ha denunciato uno stupro di gruppo in provincia di Trapani, davanti ai Carabinieri, avrebbe preso le parti dei quattro giovani indagati: “Sono bravi ragazzi“.
La versione della vittima – una ragazza di 18 anni che ha denunciato di aver subito una violenza sessuale di gruppo da parte di 4 amici – contro quella del padre, che prende posizione per minimizzare l’accaduto e solidarizzare con gli accusati. E’ questo il quadro, per certi versi incredibile, che starebbe emergendo a proposito del caso di stupro avvenuto nello scorso febbraio a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani.
Il papà della ragazza che ha inoltrato la denuncia, infatti, sarebbe comparso davanti ai Carabinieri del posto, che stanno conducendo le indagini, per difendere il comportamento dei quattro presunti stupratori – tutti di età compresa tra i 20 e i 24 anni e arrestati ieri su decisione del Gip, convinto del periodo di inquinamento delle prove e dell’alta “probabilità di reiterazione del reato per la pericolosità sociale e la personalità“. Per due di loro è stata stabilita la custodia cautelare in carcere, mentre gli altri due si trovano agli arresti domiciliari. Inoltre, secondo le ultime ricostruzioni, è possibile che vi sia un quinto giovane coinvolto nei fatti di quella notte tra il 6 e il 7 febbraio: un ragazzo che non avrebbe preso parte alle violenze ma che non avrebbe nemmeno fatto nulla per evitarle o farle cessare.
Secondo l’uomo, le cose sarebbero andate in maniera molto diversa rispetto a quanto raccontato dalla ragazza in fase di denuncia: “Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri. Era ubriaca, non era in grado di capire cosa stava accadendo“, ha assicurato il padre della diciottenne ai militari, prima di spendere parole di stima per i quattro arrestati: “Sono bravi ragazzi, le ferite che mia figlia ha sulle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa. Ma lei era ubriaca e faceva resistenza“.
Una versione profondamente diversa da quanto affermato dalla vittima, che ha raccontato di essere stata invitata per partecipare a una festa che, invece, si è rivelata un tranello: soltanto alcune ore dopo il suo arrivo, fissato poco dopo le 18, la diciottenne sarebbe stata informata dai quattro amici che le altre ragazze invitate a partecipare non si sarebbero mai presentate. Sono le 21:30 e la diciottenne chiede di essere riaccompagnata a casa: prima, però, sale al piano superiore per andare in bagno. All’uscita, trova ad aspettarla uno dei ragazzi, con il quale ha un rapporto sessuale consensuale.
Quello, però, è solo l’inizio di un incubo: la ragazza racconta infatti di essere stata improvvisamente raggiunta dagli altri tre ragazzi – chiamati dal partner – e costretta a subire “ripetuti atti sessuali“. Secondo i racconti forniti dalla vittima ai Carabinieri, “il ragazzo ha chiamato gli amici. Lui mi ha bloccato. non riuscivo a divincolarmi dalla presa. Ho iniziato a gridare disperatamente perdendo anche la voce“.
Una volta terminata la violenza, i giovani riaccompagnano a casa la ragazza che l’indomani – ancora sotto choc ma sostenuta da un’amica – trova il coraggio di sporgere denuncia, in seguito alla quale i militari di Campobello Mazara avviano le indagini, sequestrano i cellulari dei quattro accusati e accedono alla villetta dove si sono svolti i fatti per effettuare i rilievi. Il Comandante dei Carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo Domenico Testa. ha dichiarato “Abbiamo un quadro indiziario chiaro che ha consentito al gip di emettere i provvedimenti cautelari“. Intanto, per oggi sono fissati gli interrogatori dei quattro indagati da parte del Gip.
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