Tra gli elementi che nel corso degli anni sono emersi sul caso di Denise Pipitone, c’è il bizzarro caso del cognome del padre, Pietro Pulizzi, diverso da quello della bimba.
Il caso della scomparsa di Denise Pipitone avvenuta nel 2004 è uno dei più misteriosi della recente storia italiana: i genitori della bimba, Pietro Pulizzi e Piera Maggio attendono ormai da quindici anni risposte che sembrano non arrivare mai, nonostante tante false piste all’estero e nel nostro paese. Tra i tanti elementi che hanno caratterizzato il caso c’è anche il mistero del cognome della bimba che non porta quello del padre biologico, un dettaglio tornato agli onori della cronaca in questi giorni dopo che il caso è stato analizzato nuovamente da giornalisti e conduttori televisivi dopo la brutta vicenda di Olesya Rostova in Russia. Almeno questo dettaglio del caso è stato però rapidamente chiarito e spiegato dagli investigatori.
La madre di Denise, Piera Maggio, aveva originariamente spostato un uomo di 40 anni che lavorava come muratore, Toni Pipitone. Tuttavia – come venne rivelato in seguito alla scomparsa della bambina – la donna aveva poi intrapreso una relazione con Pietro Pulizzi, padre biologico della bambina di cui Piera era rimasta incinta. Quando questo particolare venne infine rivelato, Toni decise di tirarsi fuori dalla faccenda, motivo per cui sia lui che il primogenito di Piera, Kevin sono apparsi molto raramente in pubblico nel corso delle indagini. Ciononostante, il fratellastro di Denise ha espresso in più occasioni il desiderio di ritrovare la sorella a cui si dice ancora molto affezionato: “L’immagine che conservo di te rimane ancora quella di una bambina ma non è più così, visto che oggi compi 18 anni. Qualcuno ha modificato il corso delle nostre vite, il destino è stato avverso“, scrisse il ragazzo in occasione di quello che sarebbe stato il diciottesimo compleanno della bambina il 26 ottobre del 2018.
L’intricata vicenda familiare di Pietro Pulizzi e Piera Maggio ha portato gli investigatori ad interrogare altre persone che orbitavano intorno alla loro sfera familiare, compresa Anna Corona, ex moglie dell’uomo che effettuò anche alcune telefonate ritenute sospette poco prima e poco dopo la scomparsa della bambina. Ma ad oggi, nessun elemento ha portato a prove che forniscano agli agenti di Polizia elementi concreti.
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