La deputata Pd Alessia Morani è uscita allo scoperto ed ha raccontato la propria esperienza con la leucemia: “Impossibile trovare un donatore, mi hanno salvata le cellule staminali“. Ecco le sue parole.
La scoperta dalle analisi quasi per caso, il trapianto di midollo negato a causa dell’infezione da Sars nell’unico donatore disponibile, e la lunga battaglia. Oggi Alessia Morani, deputata Pd di 45 anni, dalla leucemia è guarita ma ha deciso di parlare a tutti della sua storia, più attuale che mai. Ecco che cosa ha detto.
La scoperta dalle analisi
La notizia è stata dura da digerire per Alessia Morani: la deputata Pd ha scoperto di avere la leucemia quasi per caso, a seguito di analisi di approfondimento per un nodulo al seno: “È venuto fuori che avevo 180 mila globuli bianchi, quando la norma è massimo 11 mila. Avevo cinque litri di sangue malato in circolazione“, ha spiegato la politica. Di lì a poco è arrivata la triste diagnosi che l’ha costretta a 5 lunghi anni di battaglie contro la malattia tanto temuta: la leucemia.
Il dibattito sui vaccini
La storia di Alessia Morani risale a qualche tempo fa, ma la deputata ha voluto parlarne per la prima volta pubblicamente durante “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, in uno scontro con Gianluigi Paragone. Il dibattito era più che attuale e Morani è intervenuta quando l’argomento del discorso si è spostato sui vaccini. “Mi sono vaccinata perché ho la leucemia“, ha infatti dichiarato la 45enne in tv.
La donna ha raccontato di come la leucemia costringa i malati all’isolamento: “Hai le difese immunitarie a zero e un banale raffreddore ti può uccidere. In questo credo di aver sperimentato la sensazione che provano i malati di Covid quando sono ricoverati“, ha spiegato. Morani ha proseguito descrivendo il senso di solitudine che si prova passando così tanti giorni in una camera sterile “la prima volta per 96 giorni, poi con altri ricoveri. Tra chemioterapia, autotrapianto, una proteina post trapianto iniettata cinque volte al mese, la malattia è durata cinque anni. Poi sono arrivate le iniezioni di cortisone, che le hanno ridotto le ginocchia “come quelle di un’ottantenne”.
Nessun donatore di midollo ha salvato la vita ad Alessia: figlia unica, e con i genitori troppo anziani per poterglielo donare. L’unico donatore compatibile si trovava a Taiwan ma aveva la Sars, così fu costretta a procedere con l’auto trapianto delle cellule staminali, che alla fine le hanno salvato la vita.
Murani: “Speravo di fare il vaccino il prima possibile”
A dare particolarmente fastidio alla deputata sono state le posizioni no-vax di Paragone. Alessia del vaccino contro il Covid-19 proprio non ha paura: “Ho avuto nelle mie vene sostanze tossiche, non mi sono mai preoccupata dei vaccini. Anzi speravo di farlo prima possibile“, afferma infatti. E poi specifica: “Mi ha chiamata l’Asl e ho fatto Pfizer perché l’ha scelto l’ospedale di Muraglia a Pesaro. Adesso aspetto il 14 maggio per il richiamo“.
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“Ne parlo perché la mia esperienza possa essere utile a chi sta male, io quando ho scoperto la malattia ho cercato qualcuno che ce l’aveva fatta“, spiega la deputata Pd. Ad aiutare Alessia, insieme alla devozione per la Madonna di Loreto e alla famiglia, c’è stata per lei Marta, un’importante alleata in quella terribile esperienza.
Oggi Alessia è una donna rinata, una donna nuova, che ha saputo cambiare le priorità di quella che lei definisce la sua “seconda vita”: “È un dono che mi porta a relativizzare tutto, a cominciare dalle discussioni all’interno del Pd. Le ascolto da fuori e penso: i problemi sono altri“