Il Governo ha deciso di non seguire alla lettere le indicazioni dell”Agenzia italiana del Farmaco: ora i vaccini anti Covid di AstraZeneca e Johnson&Johnson potranno essere somministrati a tutti, anche a chi ha meno di 60 anni.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 13.385 unità e portano il totale a 3.994.894. Nelle ultime ventiquattro ore 344 morti che fanno salire le vittime a 120.256 e 18.416 guariti che raggiungono quota 3. 431.867. Totale persone vaccinate: 5.430.357
I casi attualmente positivi scendono a 442.771, – 5387 rispetto a ieri. i ricoverati sono 19.860, – 452 mentre nelle terapie intensive 2711 assistiti, -37 da ieri.
Nel giro di pochi mesi è davvero cambiato tutto per quanto riguarda i vaccini anti Covid. In un primo momento il vaccino anglo svedese di AstraZeneca era stato raccomandato solo per soggetti con meno di 65 anni in quanto era stato sperimentato solo sull’8% di over 55 e solo sul 4% di over 65. A seguito delle razioni allergiche registrate e dei decessi la sospensione dal parte dell’Agenzia europea per il Farmaco – l’Ema – la quale poi stabilì che, per quanto potesse sussistere una correlazione tra vaccino ed eventi tromboembolici, i benefici apportati dal farmaco superavano di gran lunga i rischi. A partire da quel momento, tuttavia, in Italia il vaccino di AstraZeneca cambiava target e veniva consigliata la somministrazione solo a persone con più di 60 anni. Problemi analoghi, intanto, riportava il vaccino di Johnson&Johnson negli Stati Uniti dove, dopo una breve sospensione, è stato riabilitato. I due farmaci, per quanto difesi a spada tratta da diversi esperti tra cui gli scienziati Massimo Galli e Andrea Crisanti, sollevarono così tanti timori da indurre gran parte dei cittadini a disdire le prenotazioni per la vaccinazione. E il premier Mario Draghi, forse per tranquillizzare gli animi, annunciò che, a partire dal 2022, sarebbero stati inoculati solo i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna.
Ma ora le carte in tavola cambiano ancora una volta: AstraZeneca e Johnson&Johnson potranno essere iniettati anche a chi ha meno di 60 anni. Tuttavia la somministrazione potrà avvenire solo su base volontaria e con un consenso informato rafforzato. Una comunicazione ufficiale, ancora, non c’è stata. Ma il tragitto è stato tracciato dalle parole del commissario per l’Emergenza Covid, il generale Francesco Figliuolo e dal Ministro della Salute, Roberto Speranza: “In questo momento i vaccini anti-Covid di AstraZeneca e Johnson&Johnson sono raccomandati in via preferenziale alle persone che hanno più di 60 anni ma immagino che ci sarà anche un’evoluzione con i nuovi studi”. Inoltra, già da ieri, la Regione Lazio, nell’aprire le prenotazioni per persone con meno di 60 anni, ha specificato in una nota: “A questa platea saranno dedicati tutti i vaccini, compresi AstraZeneca e Johnson&Johnson che si possono essere scelti su base volontaria”.
La decisione, probabilmente, è stata presa in forza del fatto che se i due sieri venissero somministrati solo agli over 60, la campagna vaccinale non potrebbe immunizzare il 70% degli italiani entro la fine dell’estate. Ma non solo: per terminare la campagna di vaccinazione si useranno 8-10 milioni di dosi. Solo di AstraZeneca e Johnson&Johnson sono attese 17 milioni di dosi. Qualora si ipotizzasse di utilizzarne circa 5 milioni per gli over 60, ne avanzerebbero 12 milioni. Cosa faremo di quelle 12 milioni di dosi rimaste se, una volta terminati gli over 60, il Governo decidesse di far rispettare alla lettera le indicazioni dell’ Aifa? Senza contare gli altri 42milioni di dosi che dovrebbero arrivare per il terzo trimestre dell’anno. O l’Italia vi rinuncia oppure, contro le indicazioni dell’Agenzia italiana per il Farmaco, inizia a somministrare AstraZeneca e Johnson&Johnson anche a chi ha meno dell’età suggerita. Ecco perché il generale Figliuolo, il Ministro Speranza e la Regione Lazio aprono ai volontari.
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