È quasi certamente di Peter Neumair, ucciso insieme alla moglie Laura Perselli lo scorso 4 gennaio a Bolzano dal figlio Benno, il corpo ritrovato nel fiume Adige all’altezza del quartiere Albere di Trento oggi a mezzogiorno.
La certezza sull’identità si avrà nelle prossime ore attraverso l’esame del dna, ma alcuni dettagli – l’altezza, i capelli e soprattutto un orologio ancora al polso – fanno sbilanciare le fonti investigative e la famiglia. Lo ha confermato all’Ansa l’avvocato Carlo Bertracchi, legale di Madè Neumair, sorella di Benno.
È stato un ragazzo, a passeggio con il cane nel quartiere disegnato da Renzo Piano, ad osservare un corpo sulla superficie dell’acqua. Il giovane ha allertato subito le forze dell’ordine – polizia e vigili del fuoco permanenti di Trento – che lo hanno recuperato qualche centinaio di metri più a sud, vicino al ponte di Ravina. Il corpo era in acqua da tempo e in forte stato di decomposizione.
Peter Neumair, 63 anni, era stato ucciso il 4 gennaio a Bolzano, nella sua abitazione, dal figlio Benno al termine di un litigio legato ai soldi che avrebbe dovuto corrispondere alla famiglia. Benno aveva ammazzato il padre, strangolandolo con una corda, e poi aveva ripetuto lo stesso gesto qualche minuto dopo quando la madre, Laura Perselli, di 68 anni, aveva fatto rientro a casa. All’imbrunire aveva poi caricato i corpi nella Volvo station wagon di famiglia e li aveva gettati nell’Adige dal ponte di Vadena. La denuncia della scomparsa dei genitori, presentata dallo stesso Benno su pressione della sorella Madè, aveva poi aperto il caso con il trentenne che aveva cercato di depistare le indagini e si era inizialmente dichiarato innocente. La doppia svolta il 29 gennaio con l’arresto di Benno, accusato di duplice omicidio, e il ritrovamento del cadavere di Laura Perselli il 6 febbraio (all’altezza di Egna). Proprio il recupero del corpo della mamma determinò poi il crollo e la confessione.