A mettere in allarme gli esperti ora è la variante Indiana del Covid. Questa mutazione sembra sfuggire ai vaccini al momento disponibili.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 10.404 unità e portano il totale a 3.981.512. Nelle ultime ventiquattro ore 373 morti che fanno salire le vittime a 119.912 e 14.688 guariti che raggiungono quota 3.413.451. Totale persone vaccinate: 5.309.781.
I casi attualmente positivi scendono a 448.149, – 4663 rispetto a ieri. I ricoverati sono 20.312, – 323 mentre nelle terapie intensive 2862 assistiti, -101 da ieri.
Dopo la sudafricana, brasiliana, inglese ora a preoccupare gli scienziati è arrivata la variante indiana del Covid. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha subito provveduto a bloccare i voli dall’India. Tuttavia potrebbe non essere sufficiente a detta del microbiologo dell’Università di Padova, il professor Andrea Crisanti. Secondo quanto dichiarato dall’esperto, questa nuova mutazione virale ha un indice di trasmissibilità molto elevato al punto che in India ha addirittura spodestato la variante inglese.
Questo nuovo “imprevisto” riconferma le convinzioni del microbiologo patavino riguardo l’insensatezza di riaprire tutto ora. Crisanti ha specificato: “Bisognava aspettare ancora un po’… Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile e’ il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilità elevata. Sono stati individuati due casi ma probabilmente ce ne sono molti di più”. Ma, riaperture o no, ciò che appare più preoccupante è che questa variante – come già quella inglese – sembra sfuggire ai vaccini anti Covid. Almeno a quelli disponibili fino ad ora. Lo scienziato ha, infatti, puntualizzato: “Questa variante ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino”.
E Andrea Crisanti non è l’unico a pensarla in questo modo all’interno della comunità scientifica. Anche il professor Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico, è dello stesso parere: “La variante indiana dal punto di vista teorico è preoccupante, perché ha una serie dimutazioni per le quali potrebbe sfuggire alle vaccinazioni oggi disponibili“. Tuttavia, a diferenza di Crisanti, il professor Abrignani ritiene che a livello di capacità di diffusione quella indiana non sia particolarmente temibile: sul podio – secondo l’ immunologo – resta la variante inglese.
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