Figlio morto da due mesi e senza sepoltura, a Roma. Le replica “E’ stato cremato, intanto. Non è urgente”

Il Deputato del PD Andrea Romano denuncia la situazione del figlio morto a febbraio e non ancora sepolto, dopo oltre due mesi.

andrea romano figlio
Andrea Romano/Facebook

Un dolore inaccettabile, duro, così profondo da spingerti a parlare, a far conoscere a tutti il dramma che stai vivendo. Dev’essere questa la durissima condizione che sta affrontando Andrea Romano, deputato del PD, che il 22 febbraio scorso ha perso il figlio Dario, di appena 24 anni, disabile fin dalla nascita, per un arresto cardiaco improvviso. “Un ragazzo molto amato e molto sfortunato“. Così Romano descrive Dario, il figlio disabile dalla nascita, morto a Roma il 22 febbraio per un arresto cardiaco improvviso. Venti giorni per cremarlo e, dopo due mesi, la famiglia aspetta ancora di poter tumulare l’urna al Verano. “Non è arrivata una parola di spiegazione – spiegava Romano al Messaggero – su un fatto personale e doloroso come il non poter assolvere al diritto basico di ogni essere umano: seppellire i propri familiari“.

E’ colpa dell’Ama e dell’amministrazione capitolina – ha affermato Romano – e da parte della sindaca e dell’Ama non sia ancora arrivata una parola di spiegazione e di una scusa nei confronti dei cittadini romani che stanno vivendo questa tragedia. Nessuno nasconde le difficoltà del momento, dovute anche alla pandemia. Questa situazione esiste soltanto a Roma. In altre città d’Italia non è così“. Il deputato dem ha commentato “è uno strazio nello strazio. Una situazione indegna per la capitale d’Italia“. E alla Raggi, in corsa per le prossime elezioni capitoline, ha detto: “La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande. Ho chiesto di poter portare almeno un fiore a mio figlio” parcheggiato “in un deposito di Prima Porta, ma all’Ama mi hanno detto ‘no’. Sia io che Costanza, la madre di Dario, siamo andati a chiedere più volte, l’ultima dieci giorni fa. Niente. Se non delle spiegazioni fumose che evocano il Covid-19 ma nessuna soluzione, nessun tempo“.

Così, a due mesi di distanza, i servizi cimiteriali di Roma non sono ancora riusciti a garantire al giovane scomparso una degna sepoltura.

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La denuncia di Romano ha causato una serie di reazioni ma a rinfocolare le polemiche ci ha pensato proprio Ama, che attraverso una nota ha fatto sapere che per la sepoltura di Dario Romano non vi è una data perché – a causa dell’emergenza Covid – una circolare del Ministero della Salute dispone, dallo scorso mese di gennaio, che “venga data la priorità alle prime sepolture rinviando operazioni cimiteriali non urgenti“.

La società partecipata ha precisato che “il figlio del parlamentare è stato cremato il 15 marzo scorso con autorizzazione pervenuta il 9 marzo, mentre la salma era giunta al cimitero di Prima Porta il 23 febbraio“, sottolineando che “la cremazione è stata effettuata nei tempi previsti“. Nella nota di Ama si legge poi che l’obiettivo, fissato “d’intesa con Roma Capitale“, è quello di “riprendere anche le seconde sepolture (operazioni cimiteriali non urgenti, come la tumulazione dell’urna cineraria di questo caso), a partire da maggio“.

Una risposta fredda e incapace di dare soluzione a una questione dolorosa, che come prevedibile ha suscitato ulteriori reazioni di sdegno. Tra questi il direttore del quotidiano Il Tempo Franco Bechis, su Twitter: “La replica di Ama al dramma di Andrea Romano che da due mesi non riesce a seppellire suo figlio è tremenda e disumana“, scrive Bechis, che poi invoca un intervento deciso da parte del sindaco. “Figlio cremato, inumazione non urgente. Invito Virginia Raggi a fare saltare l’intero vertice Ama per questa risposta. Questa volta i motivi ci sono“.

Ieri ho chiamato Andrea Romano per esprimergli la mia vicinanza – ha infine replicato il Primo Cittadino su FB – per dirgli che, da madre, posso soltanto lontanamente immaginare cosa stia provando. Mi sono scusata pubblicamente con una nota perché ho ritenuto giusto farlo. Ho convocato l’azienda che cura i cimiteri per chiedere cosa sia accaduto. Al di là delle motivazioni dei ritardi legati all’emergenza Covid, mi è stato assicurato un intervento straordinario per fare fronte all’aumento del numero di sepolture“.

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