Il microbiologo Andrea Crisanti critica duramente la decisione del Governo di procedere con le riaperture a partire dal 26 aprile.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 16.232 unità e portano il totale a 3.920.945. Nelle ultime ventiquattro ore 360 morti che fanno salire le vittime a 118.357 e 19.125 guariti che raggiungono quota 3.330.392. Totale persone vaccinate: 4.773.616.
I casi attualmente positivi scendono a 472.196, – 3439 rispetto a ieri. I ricoverati sono 22.094, – 690 mentre nelle terapie intensive 3021 assistiti, – 55 da ieri.
Covid, Crisanti si oppone alle riaperture
Mentre l’Italia si prepara alle riaperture che, a partire da lunedì 26 aprile, porteranno molte attività ad alzare nuovamente le serrande, si moltiplicano gli appelli degli esperti preoccupati da questa improvvisa accelerazione voluta dal Governo. Tra questi anche il microbiologo Andrea Crisanti, che già nei giorni scorsi aveva assunto posizioni fortemente critiche verso le scelte dell’Esecutivo e che ora rincara la dose: “Noi stiamo facendo l’opposto di quello che ha fatto l’Inghilterra. Invece di fare una politica di tutela della salute come loro noi stiamo facendo una politica a tutela dei ristoratori, è semplice“, attacca l’esperto nel corso di una diretta YouTube organizzata dal sito Fanpage.
Il professore di microbiologia dell’Università di Padova spiega che allo stato attuale non c’è nessun parametro epidemiologico che giustifichi la decisione di procedere a riaperture tanto nette e per chiarire meglio la propria posizione, prende ancora una volta ad esempio la situazione inglese: “Lì c’è una situazione identica alla nostra con negozi e ristoranti all’aperto che riaprono, ma oggi ci sono stati 6 morti e 3000 casi, mentre la nostra situazione epidemiologica è completamente diversa“, fa notare Crisanti. Parole difficili da smentire, visto che ancora ieri il bollettino quotidiano ha riportato numeri da brividi, con 390 decessi.
Il rischio, secondo il microbiologo, è evidente: la trasmissione della malattia potrebbe ripartire e diventare più intensa di quanto non lo sia attualmente. E, considerando che i casi quotidiani non sono pochissimi – ieri oltre 12 mila nuovi positivi – Crisanti intravede la possibilità che l’Italia si ritrovi in una situazione simile a quella del Cile, dove riaperture troppo affrettate hanno causato una nuova, pesante ondata di contagi che sta mettendo in ginocchio il Paese. Inoltre, prosegue Crisanti, “sono comparse anche tantissime varianti resistenti al vaccino. Non si vaccina con questo livello di trasmissione. È una questione di genetica: più mutazioni ci sono più è alta la probabilità che una di queste sfugga al vaccino. Stiamo facendo la cosa sbagliata” – insiste.
Insomma, secondo l’esperto, l’Italia si appresta a commettere lo stesso errore già commesso due volte in passato: “le persone normali“, attacca Crisanti, dovrebbero prendersela con coloro che “hanno forzato la mano a maggio, poi a ottobre e infine adesso, che sono sempre le stesse persone”. Con una importante differenza, rispetto ad un anno fa: allora, spiega ancora il microbiologo, il lockdown generale “aveva quasi completamente abbattuto la trasmissione” del virus, consentendoci di trascorrere un’estate con “poche centinaia di casi al giorno“. Ora le cose, spiega ancora Crisanti, saranno diverse. L’esperto però non si sbilancia in previsioni sull’andamento della stagione estiva: “è una grande incognita, dipende da tantissime cose“, afferma.
Il professore riserva una battuta anche sulla campagna vaccinale italiana: “è evidente che ha cambiato di passo e fare 300-350 mila vaccinazioni al giorno non è poco, ma dobbiamo fare ancora molto per ottenere buoni risultati“, spiega. Una campagna che presto potrà contare anche sul farmaco realizzato da Johnosn&Johnson, dopo il via libera di ieri da parte dell’Ema: “E’ un vaccino sicuro che avrà tutti i problemi dei vaccini a vettore virale, ma fortunatamente abbiamo delle alternative e quindi non c’è nessun motivo di far correre un pericolo alle persone potenzialmente a rischio“, ha concluso Crisanti.