Già in occasione della cabina di regia fissata per oggi, il Governo inizierà a valutare tempi e modalità delle riaperture previste per il mese di maggio.
Maggio potrebbe essere il mese in cui l’Italia, dopo la terza ondata di contagi da Coronavirus, andrà incontro alle tanto attese riaperture. Sono in corso colloqui e valutazioni tra Governo e rappresentanti delle Regioni per definire le regole che caratterizzeranno il progressivo ritorno alla normalità.
Per oggi è fissata una riunione della cabina di regia che comincerà a valutare su quali basi far ripartire il Paese nelle prossime settimane: non è un mistero, infatti, che in Maggioranza vi siano posizioni profondamente diverse circa i tempi delle riaperture. Il Premier Mario Draghi, dunque, dovrà trovare una sintesi tra le proposte delle diverse forze politiche, senza perdere di vista le esigenze sanitarie e quelle socio-economiche del Paese.
Probabile, per il momento, che a fare da apripista saranno quelle Regioni in cui la curva dei contagi apparirà meno preoccupante: in queste zone potrebbero presto essere ripristinate le regole della zona gialla, in attesa che, nella prima metà di maggio, anche le altre Regioni possano fare lo stesso.
Bar e ristoranti
E se maggio sarà il mese delle riaperture, è a partire dalla seconda decade che, sulla carta, dovrebbero arrivare le novità più importanti, con la riapertura serale di tutti quei bar e ristoranti dotati di spazio all’esterno: in questo senso la Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – ha già da tempo chiesto al Governo l’applicazione del “modello inglese“: la prenotazione sarà quindi obbligatoria, così come la misurazione della temperatura all’ingresso delle attività. La bozza di protocollo preparata dalle Regioni, inoltre, dovrebbe prevedere tavoli composti da non più di 4 persone – fatti salvi i casi di nuclei di conviventi più numerosi – e distanziamento di almeno un metro per i clienti seduti all’esterno.
Qualora le dimensioni del locale non permettessero questo tipo di distanziamento, l’alternativa sarebbe l’installazione di divisori in plexiglass tra i tavoli e, all’occorrenza, anche all’interno dello stesso tavolo. Naturalmente rimarrebbe obbligatorio l’uso della mascherina ogni volta ci si allontani dal tavolo. Confermati anche i menù elettronici, da scaricare attraverso la lettura di un Qr code.
Se per i locali dotati di spazio all’esterno la discussione pare procedere spedita, ben più complessa è invece la situazione per quel che riguarda le attività al chiuso: il dibattito verte soprattutto attorno alla possibilità di inserire l’obbligo di presentare, al momento dell’ingresso, il risultato – negativo – di un test rapido o, in alternativa, un certificato di effettuata vaccinazione. Una soluzione che potrebbe consentire lo slittamento del coprifuoco, che potrebbe arrivare alle 23:30 o a mezzanotte.
Cinema, teatri e live
La recente decisione del Governo di consentire la presenza di pubblico in occasione delle quattro partite dei Campionati Europei di calcio che si terranno allo stadio Olimpico di Roma, ha chiaramente attirato l’attenzione dei lavoratori dello spettacolo, che rivendicano la possibilità di tornare ad aprire teatri, cinema ed arene all’aperto. Una decisione che appare quasi scontata – alla luce delle scelte fatte a proposito degli stadi – e che potrebbe scattare a partire dalla fine del mese di maggio. Da questo punto di vista, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha proposto la riapertura di cinema, teatri, sale da concerto con l’occupazione di posti al 50% della capienza: uno occupato ogni due. I limiti massimi, tuttavia, sarebbero comunque fissati in 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto.
Palestre e piscine
Si ragiona anche sulle modalità per garantire riaperture in piena sicurezza anche a palestre e piscine. Anche in questo caso si ragiona su una serie di norme quali la prenotazione obbligatoria di corsi, vasche e sale. Potrebbero essere consentiti, inoltre, esclusivamente gli allenamenti individuali. Negli spogliatoi, distanza obbligatoria di almeno due metri tra una persona e l’altra.
Per quanto riguarda le piscine, la densità di affollamento in vasca si calcola assicurando almeno 7 metri quadri di superficie d’acqua a persona, mentre sarebbe fissato un divieto per l’uso delle docce. Probabile inoltre che si stabilisca l’obbligo di utilizzare scarpe ad hoc per l’allenamento, mentre cambi e altri indumenti dovranno essere riposti in borse chiuse. Dopo ogni utilizzo, il personale delle palestre o delle piscine sarà tenuto a igienizzare tutti gli attrezzi.