Covid, 469 morti. Chi parla di riaprire non ha capito in che situazione siamo, dice Crisanti

Il microbiologo dell’Università di Padova, il professor Andrea Crisanti, torna a ribadire la completa sicurezza del vaccino di AstraZeneca. E reputa demagogico parlare di riaprire tutto ora.

crisanti astrazeneca
Getty Immages/Alberto Pizzoli

Il Ministero dell’Interno comunica che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 16.168 unità e portano il totale 3.809.193. Nelle ultime ventiquattro ore 469 morti che fanno salire le vittime a 115.557 e 20.251 guariti che raggiungono quota 3.178.976. Totale persone vaccinate: 4.055.458.

I casi attualmente positivi scendono a 514.660, – 4560 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati sono 26.369, – 583 mentre nelle terapie intensive 3490, – 36 da ieri.

Covid, Crisanti: non esiste un vaccino senza rischi

Non sono passati molti mesi da quando il Microbiologo dell’Università di Padova, il professor Andrea Crisanti, si dichiarava pubblicamente scettico riguardo ai vaccini anti Covid. A detta dell’esperto non era possibile produrre vaccini sicuri con tempistiche così ridotte. Di norma – spiegava – ci vogliono almeno 5/8 anni. Tuttavia lo scienziato fece ben presto marcia indietro per ricredersi e fu tra i primi a vaccinarsi con il Pfizer- BioNTech, sviluppato secondo la tecnologia mRNA. Pfizer fu il primo siero approvato dall’Agenzia europea per il Farmaco – EMA – seguito dall’americano Moderna e dall’anglo svedese AstraZeneca. Quest’ultimo è stato e continua ad essere al centro di numerose polemiche poiché, dopo la sua somministrazione, si sono registrate diverse reazioni allergiche e anche qualche decesso. La stessa EMA, pur non sospendendo il farmaco, ha riconosciuto una correlazione tra la sua somministrazione e i successivi trombi cerebrali. Anche l’ultimo vaccino anti Covid che ha ottenuto il via libera, Johnson&Johnson, è già al centro di polemiche. Il Governo italiano ha recentemente annunciato che a partire dal 2022 , nel nostro Paese, verranno inoculati solo i vaccini a RNA messaggero, cioè Pfizer e Moderna.

Il professor Crisanti, però, è di avviso diverso. Già la scorsa settimana, nel corso di un’intervista, non aveva esitato a sostenere che AstraZeneca è tra i vaccini più sicuri al mondo. Il microbiologo puntualizzava che il farmaco presenta una complicazione grave ogni 2 milioni e mezzo di casi e che, pertanto, più sicuro di così non potrebbe essere. Ora, dopo la decisione del premier Mario Draghi di salutare AstraZeneca e Johnson&Johnson alla fine dell’anno, il professore è tornato sull’argomento: “Quello che sta accadendo è del tutto normale, è un processo naturale che rientra nelle normali operazioni di farmacovigilanza. Non esiste al mondo vaccino senza rischi”. Crisanti puntualizza che tra i due sieri che pure sfruttano la medesima tecnologia, AstraZeneca è preferibile – a suo dire – a Johnson&Johnson in quanto quest’ultimo è stato testato su un numero di casi parecchio inferiore.

Perché dunque tutto questo accanimento contro il vaccino sviluppato con l’Università di Oxford? Il motivo, secondo lo scienziato, è semplicissimo: AstraZeneca costa troppo poco e, dunque è un “disturbatore del mercato“. In effetti i prezzi dei vaccini variano e anche di molto: un AstraZeneca costa appena 1,78 euro contro i 12 euro di Pfizer e i quasi 15 euro di Moderna. Johnson&Johnson si colloca nel mezzo superando di poco i 6 euro. Crisanti, già tempo fa, sosteneva che se l’obiettivo è raggiungere l’immunità dal Covid il prima possibile bisogna puntare proprio su un vaccino economico come quello anglo svedese poiché i sieri mRNA – vista la tecnologia innovativa – sono troppo costosi per i Paesi in via di sviluppo. E bandire AstraZeneca e Johnson&Johnson potrà solo rallentare le vaccinazioni e questo, a sua volta, inciderà sulla possibilità di riaprire tutto il prima possibile. Crisanti su questo aspetto non utilizza mezzi termini è non nasconde le sue perplessità: rallentare con le vaccinazioni significherà non meno restrizioni ma l’esatto opposto, ancora più restrizioni per contenere la diffusione del Covid. Il professore spiega: “In Inghilterra hanno rimosso alcune restrizioni con 30 o 40 morti al giorno e il 60% della popolazione vaccinata. Chi parla di passare alla zona arancione o gialla sbaglia di grosso. le aperture bisogna farle guardando al numero di vaccinati. Parlare di riaprire per il 2 di giugno non è utopia, è demagogia”.

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