In vista della riapertura dei ristoranti che potrebbe iniziare già dal 20 aprile, il Comitato Tecnico Scientifico è pronto ad imporre delle severe norme di distanziamento.
Nonostante non tutto sia filato esattamente liscio, la campagna di vaccinazioni nel nostro paese prosegue a ritmo sostenuto: ciò ha spinto il Governo a valutare infine una riapertura dei ristoranti, dei bar ed in generale dei locali che sono rimasti chiusi nelle Regioni in zona rossa ed arancione a volte anche per due mesi di fila. Tuttavia, le regole imposte dal Comitato Tecnico Scientifico potrebbero essere ancora più stringenti di quanto non lo fossero già prima della zona rossa nazionale imposta nelle feste di Pasqua.
Infatti, per poter affrontare la riapertura, bar e ristoranti – che potrebbero riprendere a lavorare dal 20 aprile se la campagna di vaccinazione dovesse procedere speditamente – dovranno intanto munirsi di strumenti per misurare la temperatura a tutti i clienti, ma non solo: il Cts – secondo le bozze che circolano in questi giorni – potrebbe anche decidere di consentire soltanto ai locali che hanno tavolini all’esterno la riapertura. La motivazione sarebbe un maggiore distanziamento tra i clienti che all’interno non sarebbe sempre garantito: misure simili sono già in ballo per la ripresa di spettacoli teatrali e cinematografici.
Un’ulteriore novità potrebbe essere costituita dall’obbligo di prenotazione per essere ammessi in un locale che va ad unirsi al divieto di vendere bevande d’asporto per ridurre il numero di persone in attesa fuori dagli esercizi commerciali. L’ipotesi di effettuare un tampone a tutti i clienti – anche questa proposta pure nell’ambito della riapertura di teatri e cinema – non dovrebbe invece concretizzarsi: “E’ impraticabile”, hanno detto i membri dell’equipe di Governo in merito.
Ma le norme proposte al Governo dagli esperti per la riapertura di ristoranti e bar non si fermano qui: infatti a quanto sembra alcuni tecnici hanno proposto anche di ridurre ulteriormente l’orario in cui i clienti possono visitare i locali che andrebbero a chiudere i battenti per passare ad asporto e consegna già alle 16:00 anziché alle 18:00, riducendo di conseguenza anche il proprio fatturato nel pomeriggio. In vista della bella stagione, questa misura potrebbe rivelarsi davvero difficile da digerire per i gestori. Ma la misura senz’altro più controversa che sta circolando in queste ore è la possibilità di pagare soltanto con la carta di credito all’interno dei ristoranti e dei bar: “Il virus circola anche sulla carta moneta e permane sulle banconote per quasi un mese”, dicono infatti gli scienziati. Ma non sono pochi che hanno visto in questa ipotesi un nuovo tentativo di combattere l’evasione fiscale come è già successo con la lotteria degli scontrini. Qualora al 20 aprile le condizioni epidemiologiche non dovessero permetterlo, la riapertura slitterebbe a maggio, presumibilmente in concomitanza con l’emissione di un nuovo decreto legge. In merito, è stato molto chiaro lo stesso premier. Mario Draghi ha ricordato che finché i contagi ed i decessi non saranno in calo non si traccerà alcuna road map definitiva delle riaperture: “Si procederà con le riaperture solo quando la campagna vaccinale avrà coperto il maggior numero possibile di anziani”, aveva affermato infatti il Presidente del Consiglio.