Emergono altri elementi circa le indagini sul numero due dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Ranieri Guerra. Da chiarire i suoi rapporti con il Ministro della Salute Roberto Speranza e con l’ex premier Giuseppe Conte.
Il silenzio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità accresce i dubbi non solo dei magistrati ma di tutti i cittadini italiani. Nell’occhio del mirino della Procura di Bergamo il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, indagato per false dichiarazioni. Un dossier messo a punto da un team di ricercatori dell’Oms – con a capo Francesco Zambon – circa la gestione italiana della pandemia, svanito nel nulla, fatto rimuovere dal sito ad appena ventiquattro ore dalla pubblicazione e di cui si è persa ogni traccia. Zambon ha spiegato agli inquirenti di aver ricevuto pressioni da Guerra per rimuovere la ricerca e modificare le date. Nell’analisi degli studiosi si evidenziava che il piano pandemico italiano, che sarebbe dovuto essere aggiornato periodicamente, non veniva adeguato dal 2006.
Il dubbio – scrive Il Tempo – è che Guerra stesse coprendo qualcuno. Ma chi? Secondo il quotidiano di Franco Bechis, l’esponente dell’Oms stava coprendo il Ministro della Salute Roberto Speranza e l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Oltre ai messaggi WhatsApp intercorsi tra Silvio Brusaferro – presidente dell’istituto Superiore della Sanità – e Guerra erano fitti i rapporti tra quest’ultimo e Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Speranza. Le indagini aperte a Bergamo potrebbero portare molto vicino al Ministro Speranza che da mesi continua a non fornire risposte – neppure ai familiari delle vittime di Covid – sull’esistenza di un piano pandemico. Ma superati i 113mila morti non si può continuare a tacere.
Nel frattempo il ricercatore che ha guidato la stesura del dossier svanito nel nulla, Zambon, si è dovuto dimettere e l’Oms, nonostante la richiesta di rogatoria della procura di Bergamo datata 8 marzo, continua a non dare risposte. Ma da Bergamo arriva un nuovo elemento scottante che potrebbe essere decisivo: una mail del 28 maggio 2020 – un paio di settimane prima della pubblicazione del famoso dossier sul piano pandemico – in cui Zambon chiede al presidente dell’Oms, Tedros Adhanon Ghebreyesus, un incontro urgente. Nella missiva si legge di “gravi episodi che stanno esponendo l’Oms ad un alto rischio su molteplici fronti con possibili conseguenze catastrofiche“.
Si allude, probabilmente, ad un incidente diplomatico di dimensioni enormi tra l’Oms e il Governo italiano causato proprio da quel fatico dossier in cui la gestione della pandemia da parte dell’Italia veniva definita “caotica”. Ma Zambon nella mail indirizzata a Ghebreyesus specifica di non volere che anche Guerra sia presente all’incontro: “Poiché ho ricevuto pressioni da parte del Direttore Aggiunto in relazione ad alcuni dei punti del dossier, le chiedo che Guerra non sia presente “. I magistrati attendono risposte, i cittadini e le migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari, anche.
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