Per uscire dall’emergenza Coronavirus la strada è una sola: “Vaccinare molto e bene“, dice l’infettivologo Massimo Galli. “Per questo abbiamo bisogno di AstraZeneca“.
Per uscire dall’emergenza sanitaria, tenere sotto controllo il Coronavirus e ritornare a una normalità ormai smarrita da più di un anno, la strada, secondo Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, è soltanto una: procedere spediti con la campagna vaccinale. Nonostante l’esperto abbia una buona opinione del sistema di colori attribuiti alle varie Regioni sulla base della fascia di rischio in cui vengono inserite – che Galli definisce “un sistema che è stato deciso e approvato, e viene applicato in maniera fiscale“, l’infettivologo, intervistato da SkyTg24, ribadisce che “la garanzia veramente di uscirne in maniera decisa è riuscire a vaccinare molto e bene. Cosa che inizialmente non si è fatta, che attualmente si fa molto meglio, ma che non è stata aiutata da quel dramma-sceneggiata a fosche tinte sulla questione AstraZeneca. Se vacciniamo veramente molto la situazione cambia“.
Il riferimento di Galli ad AstraZeneca riguarda la nuova ondata di polemiche sollevate circa la sicurezza del vaccino realizzato dall’azienda farmaceutica anglo-svedese. Polemiche ritenute eccessive dal medico, convinto che il farmaco sia indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati: “Senza Astrazeneca è come se avessimo uno sgabello che invece di tre gambe ne ha due “, ha spiegato convinto che anche l’utilizzo a pieno regime del vaccino si rende necessario per ribaltare una campagna vaccinale impantanata. L’esperto era già intervenuto in passato, al pari di altri colleghi, per chiarire come i casi di reazioni avverse siano troppo pochi per mettere in dubbio la sicurezza del trattamento vaccinale.
Secondo l’infettivologo, la vera differenza tra questa terza ondata e le due precedenti potrebbe essere rappresentata proprio dalla possibilità di vaccinare la popolazione, convinto del fatto che senza una massiccia quantità di dosi del trattamento anglo-svedese, la campagna vaccinale sia destinata a subire gravi rallentamenti. Per questo il medico boccia l’idea di riservare il vaccino di AstraZeneca agli over 60: “non è una grande idea perché nel frattempo il danno di fiducia è stato fatto“. Galli sottolinea che “ancora non c’è una chiara relazione tra questi rarissimi fenomeni” di trombosi cerebrali e AstraZeneca, e che “i dati inglesi sono diversi da quelli tedeschi“.
Secondo Galli ci troviamo di fronte ad “una frequenza estremamente bassa, inferiore al rischio di shock anafilattico per un’iniezione di penicillina“. L’infettivologo è convinto che le decisioni di Ema e di molti Governi europei – spaventati dalle reazioni avverse alla somministrazione del vaccino – siano finite per danneggiare ulteriormente una campagna vaccinale che già procede meno velocemente di quanto sarebbe necessario: “Tra Ema e i governi c’è stata una gara a chi faceva più Ponzio Pilato e più don Abbondio“, conclude.
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