La fila per il vaccino non sempre viene rispettata. Ma chi ha saltato la coda per le dosi non rischia sanzioni.
Uno dei maggiori problemi della campagna di vaccinazione è senz’altro la lunga fila di attesa per ricevere il vaccino, una fila che però non sempre viene rispettata. In tutta Italia infatti sono stati segnalati dei casi in cui alcune persone sono sospettate di aver aggirato la lista di attesa fingendo di rientrare nelle categorie che hanno diritto per prime al vaccino secondo le normative in vigore: per la precisione, si parla di 640 casi al nord, 280 al centro e 60 al sud. Al momento però, la legislazione del nostro paese non è pronta a sanzionare severamente i casi di chi ha saltato la fila per il vaccino, fa sapere l’avvocato penalista Enzo Belvedere, proprio come nel caso dei medici che rifiutano il vaccino – una percentuale comunque molto contenuta secondo i dati – che ancora non stanno ricevendo nessun tipo di sanzione penale, per il momento. Si è infatti parlato nei casi sospetti di abusi di reati molto gravi come abuso d’ufficio e peculato: “Difficile che queste indagini abbiano un seguito in tribunale”, commenta però l’avvocato Belvedere.
“La legge italiana non è attrezzata per punire i ‘furbetti’ dei vaccini”, spiega il legale, elencando alcune delle motivazioni. Una di queste è proprio il criterio con cui viene stilata la lista delle persone che hanno diritto al vaccino: “La lista delle categorie che hanno la priorità per il vaccino è stilata da ogni Regione indipendentemente, seguendo alcune indicazioni che non costituiscono legge”, riassume Belvedere parlando del fenomeno dei “salta fila” dei vaccini. Ad esempio, in alcune Regioni i professori universitari rientrano nella categoria che ha la priorità per il vaccino ma in altre no: difficile quindi unificare al livello nazionale i parametri con cui stabilire chi ha diritto o meno al vaccino e chi ha commesso un illecito ricevendo la dose assieme ad una data categoria di persone. “Non c’è una ipotetica fila per quanto riguarda i vaccini. La Costituzione prevede che la potestà legislativa sia legata alle scelte delle Regioni, difficile immaginare una norma al livello nazionale”, prosegue l’avvocato che spiega come non sia possibile “scavalcare” le decisioni regionali in merito alla vaccinazione. Per questo motivo, chi ha realmente saltato la fila difficilmente sarà perseguito penalmente: “Si tratta di una questione morale, non legale”, conclude Belvedere.
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