L’Ema o Agenzia Europea del Farmaco mette sotto inchiesta il vaccino Johnson&Johnson che sarà oggetto di test già effettuati su AstraZeneca mesi fa.
Non c’è davvero tregua per la campagna di vaccinazione in Europa: dopo AstraZeneca, anche il vaccino Johnson&Johnson finisce sotto le lenti dell’Ema o Agenzia Europea del Farmaco che vuole condurre una serie di accertamenti, ipotizzando che il vaccino potrebbe avere a che fare con alcuni episodi di trombosi. Un copione già visto con il farmaco ampiamente diffuso in Gran Bretagna, nazione che ha sempre garantito in favore del medicinale della casa AstraZeneca: a far scattare i campanelli d’allarme dell’Ema nel caso di Johnson&Johnson sarebbero stati 4 casi di trombosi avvenuti negli Stati Uniti su 5 milioni di vaccinazioni portate a termine nello smisurato continente nord americano. Una media molto vicina ad un caso ogni milione di dosi ma sufficiente per richiedere analisi su un medicinale che fino ad oggi era stato ritenuto sicuro sia negli USA che in Europa al punto che gli stessi Stati Uniti avevano dichiarato di voler basare la loro campagna di vaccinazione proprio sul medicinale: “Non ci servono contratti con altre aziende”, aveva dichiarato Anthony Fauci, una delle massime autorità statunitensi in merito alla lotta alla pandemia parlando proprio del farmaco J&J.
Ad insospettire l’Ema più che i casi di trombosi però secondo alcune indiscrezioni ci sarebbe il fatto che il vaccino Johnson&Johnson condivide il proprio funzionamento con quello del farmaco AstraZeneca: si tratta di un adenovirus inattivato e se i test dovessero segnalare qualcosa di preoccupante, sarebbe una pessima notizia che getterebbe un’ombra sull’intera classe di vaccini prodotti in questo modo. “Si tratta solo di un segnale di sicurezza”, rassicura l’Agenzia del Farmaco che come nel caso di AstraZeneca intende soltanto verificare che il vaccino sia sicuro al 100%: del resto, la minuscola percentuale di casi di trombosi occorsi sulla carta sembra rassicurare gli esperti. L’Italia attende 7 milioni di vaccini prodotti dalla casa in questione. Dopo lo stop di AstraZeneca che in Italia è durato una settimana circa ma che in altre nazioni non è ancora terminato del tutto, la campagna di vaccinazione rischia di interrompersi ancora.