Rachid Saiad dorme per le strade di Torino da mesi ma ora si trova al centro dell’ennesimo atto della guerra contro i più deboli del comune. Ecco la sua storia.
A Torino fa scalpore la storia di un senzatetto di origini marocchine di nome Rachid Saiad, 43 anni che dopo aver trascorso quattro mesi in mezzo alla strada rischia di finire anche senza il suo ultimo riparo. Infatti, il comune ha deciso di rimuovere dal parcheggio nel quartiere popolare di Borga Vittorio la Seat Grigia in cui Rachid ha trascorso gli ultimi drammatici mesi vissuti in strada dopo aver perso il lavoro e la casa. L’auto, donata all’uomo da un amico, non può più stare in quel lotto – dice la Polizia Municipale – perchè sprovvista di assicurazione ed è stata quindi sequestrata alla vigilia di Pasqua sotto gli occhi increduli dell’uomo: “Vorrei morire”, dice ai microfoni di Fanpage il senzatetto che a Torino, città dove si è integrato da anni, ha anche compiuto un atto di eroismo. Infatti, nel corso di un incidente stradale anni fa – raccontano gli abitanti del quartiere che si sono indignati per l’accaduto – Rachid ricevette 104 punti di sutura alla gamba dopo essersi prodigato per salvare dalle lamiere di un’auto una donna e sua figlia: “Se penso a come ero prima, mi sento inutile. Fallito. Non ci voglio credere”, si sfoga il 43enne che non può nemmeno contattare la madre ed il figlio in Marocco e che è stato abbandonato per fortuna non proprio da tutti.
Infatti fortunatamente la storia di Rachid ha smosso subito gli animi dei suoi concittadini che hanno lanciato una raccolta fondi per trovare un alloggio temporaneo all’uomo, consentendogli di tirare un sospiro di sollievo mentre cerca di rimettersi in piedi per ricominciare a vivere dignitosamente dopo aver superato un tremendo periodo di povertà: “Il Covid ha peggiorato tutto perché le fiere hanno chiuso e non ho potuto più lavorare”, racconta la sua storia il senzatetto che lavorava come manovale, un lavoro che non può ora riprendere proprio per le ferite riportate nel salvare le due ragazze dall’incidente. La raccolta fondi lanciata dai cittadini – che ha raccolto 8.000 euro e portato Rachid ad essere assunto come operaio in un’altra ditta – ha spinto il comune di Torino ad assegnare un alloggio all’uomo presso gli asili dell’Umberto I. Inizialmente, Rachid era irreperibile e nessuno era riuscito a comunicargli la notizia ma l’uomo si è infine presentato in Via Ravenna 8 per ricevere le chiavi dell’alloggio. Purtroppo, era stato colpito da un’altra brutta notizia: “Avevo ricevuto un messaggio da parte di mia moglie che ha avviato la pratica per il divorzio. La mia vita è rovinata. Volevo evadere. Non ragionavo più, mi dispiace e chiedo scusa”, spiega l’uomo chiedendo anche perdono per non essersi reso subito reperibile. La storia di Rachid ha avuto forse un finale positivo ma è solo l’ultimo atto di una campagna che Torino ed altri comuni italiani hanno iniziato contro i senzatetto, accusati di portare il degrado nelle metropoli: giusto qualche mese fa, avevano fatto discutere i blitz dei Vigili Urbani della provincia piemontese volti a scacciare dal centro cittadino molti clochard che non hanno un posto dove andare. Tanti senzatetto come Rachid hanno solo bisogno di solidarietà per riprendere in mano la loro vita e a peggiorare la situazione, ci si è messa la crisi dovuta al Covid che – secondo i dati – ha messo altri due milioni di italiani in condizioni di estrema povertà.
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