Il Minsitro dell’Interno Luciana Lamorgese parla delle proteste dei ristoratori contro le chiusure e ammette: “Temiamo che il disagio sociale possa degenerare“.
Più di un anno di restrizioni, tra lockdown e chiusure: una montagna di soldi persi, migliaia e migliaia di attività che rischiano di non aprire mai più; e una luce che, nonostante i vaccini, non pare intravedersi alla fine del tunnel. C’era anche questo nella piazza di ristoratori che contestavano le decisioni del Governo e chiedevano riaperture. Una giornata di tensione, culminata in tafferugli con le Forze dell’Ordine, della quale – intervistata da Il Corriere della Sera – parla anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che se da una parte assicura che “lo Stato c’è“, dall’altra definisce “inaccettabili” le aggressioni e le violenze: “Alle persone voglio dire che lo Stato c’è e che faremo di tutto per fronte a una crisi che colpisce famiglie e imprese. Ma non possono essere tollerate aggressioni e comportamenti violenti“, scandisce il Ministro.
Il rischio è che il malcontento si trasformi in rivolte ammette Lamorgese, che porta l’attenzione sul tema “prioritario” dei ristori: “Nelle prossime ore saranno emessi i mandati di pagamento. Temiamo che il disagio sociale possa degenerare ed essere strumentalizzato”.
L’appello di Lamorgese è rivolto a tutto il Paese: “Dobbiamo mostrare spirito di coesione nazionale e solidarietà“. Ma l’invito all’unità non può bastare dopo oltre un anno di restrizioni e chiusure, con danni economici gravi cui i ristori erogati non sono stati in grado di far fronte. A questo si aggiungono i tentativi di infiltrazione di gruppi dell’estrema Destra che in diverse occasioni hanno cercato di mettersi alla testa delle manifestazioni di protesta dei ristoratori: “Rimane alta l’attenzione su chi intende strumentalizzare il disagio. Saranno le indagini già avviate dalla magistratura ad individuare i responsabili dei disordini“.
Nelle piazze di protesta che nei mesi si sono susseguite c’erano anche tantissime persone che, semplicemente, protestavano in maniera perfettamente legittima. Emblematico il caso si Lorena, una donna di 62 anni, affranta, che ha dichiarato di essere costretta a lavorare ormai per “un euro l’ora”. Un diritto, quello della protesta che, precisa la Lamorgese “sarà sempre tutelato“, fermo restando che “in questa fase di emergenza sanitaria devono essere rispettate tutte le misure di prevenzione per evitare contagi. Comportamenti irresponsabili, come le tante mascherine abbassate viste davanti a Montecitorio, non possono essere tollerate“, chiarisce il Ministro.
Lamorgese, Ministro dell’Interno dall’inizio della pandemia, già lo scorso anno aveva messo in guardia tutti, segnalando il rischio di un autunno caratterizzato da contestazioni. Un rischio che potrebbe tornare a presentarsi nelle prossime settimane e che dal Viminale intendono scongiurare. La chiave, in attesa delle tanto desiderate riaperture, sta nella capacità del Governo di garantire sostegni all’altezza della situazione e in tempi brevi: “A chi è in difficoltà dico che deve fidarsi delle istituzioni. Faremo di tutto per far riaprire le attività prima possibile“, spiega Lamorgese, e assicura che “tutto il Governo è impegnato per favorire il graduale ritorno alla normalità“.