Le continue segnalazioni di reazioni avverse gravi al vaccino anti-Covid AstraZeneca hanno spinto l’Ema ad aprire una nuova, ulteriore fase di verifica sulla sicurezza del trattamento.
I dubbi e le incertezze sul vaccino AstraZeneca tornano al centro del dibattito internazionale. In tutta Europa continuano a segnalarsi casi – rari rispetto al totale dei vaccinati, ma continuativi – di trombosi che colpiscono per lo più donne in giovane età. Eventi che sono al centro di ulteriori indagini che l’Agenzia Europea del Farmaco. “La revisione è in corso” fanno sapere dall’Ema.
La precisazione dell’Agenzia regolatoria è arrivata dopo le dichiarazioni di Marco Cavaleri, responsabile per Ema della strategia sui vaccini, che al Messaggero aveva spiegato “ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine“. Parole che avevano riaperto il caso AstraZeneca. E rilanciato i sospetti in tutta Europa. “Nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è; come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo“, aveva aggiunto Cavaleri.
Subito dopo, AstraZeneca ha annunciato una sospensione della sperimentazione in corso per la somministrazione del suo vaccino a bambini e adolescenti, in attesa che l’ente regolatorio britannico (Mhra) verifichi il legame con casi di trombosi. E a poco sembrano servire le rassicurazioni arrivate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che per bocca del direttore del dipartimento di regolamentazione e prequalificazione Rogerio Pinto de Sa Gaspar ha sottolineato che “benefici continuano a superare i rischi“. Nel Regno Unito, il Paese che più di tutti ha sfruttato finora il vaccino AstraZeneca, il premier Boris Johnson ha invitato i suoi cittadini a continuare a vaccinarsi senza timori.
In attesa del nuovo verdetto dell’Ema altri Stati europei sospendono – o limitano nei termini di utilizzo – il vaccino prodotto da AstraZeneca: i Paesi Bassi hanno sospeso del tutto la somministrazione. Germania, Francia, Svezia, Islanda, Finlandia e Canada hanno optato per la possibilità di limitare la somministrazione alle persone dai 60 anni in su.
La valutazione sull’affidabilità e la sicurezza del trattamento anti-Covid chiederà tempo. A spiegarlo è ancora Cavaleri, secondo cui l’impegno dell’Ema è “lontano dall’essere concluso“, trovandosi appena agli inizi del processo valutativo: “questa settimana daremo delle definizioni preliminari, difficilmente indicheremo limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici“.
La preoccupazione rimane alta. Anche alla luce delle ultime segnalazioni arrivate proprio dall’Italia: in Liguria, un’insegnante di sostegno di 32 anni è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale San Martino di Genova, dopo che lo scorso 22 marzo si era sottoposta alla vaccinazione con AstraZeneca. I primi sintomi si sono manifestati in lei il 2 aprile, con un rapido peggioramento delle sue condizioni registrato negli ultimi giorni. Dopo mal di testa e nausea, la situazione è precipitata e la donna ora è in coma con sintomi di trombosi ed emorragia cerebrale.