Astrazeneca, ora l’Agenzia Europea del Farmaco potrebbe vietarne l’uso per alcune persone

L’Agenzia Europea del Farmaco ha seguito la strada della maggiore precauzione e a breve comunicherà se, ed in caso a quali categorie, sarà sconsigliato l’utilizzo del vaccino anti-Covid Oxford-AstraZeneca.

astrazeneca
Getty Images / Diego Ibarra Sanchez

E’ atteso per mercoledì il risultato della commissione della farmacovigilanza di Ema, agenzia europea dei farmaci e medicinali, che potrebbe limitare l’utilizzo del vaccino Astrazeneca per una parte di popolazione che presenti un comune denominatore. Ovvero il rischio condiviso, per alcune categorie, ad essere più propense ai casi di coaguli di sangue insoliti, che rimangono comunque molto rari ma relazionati alla somministrazione del vaccino.

Il Sottosegreterio alla Salute Pierpaolo Sileri sul tema “E’ possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca” precisando che “questo è successo anche per tanti altri farmaci“. Il vaccino è stato utilizzato “in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi“. Sileri ha sottolineato che “Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo” e che quindi gli eventi trombotici siano nettamente inferiori rispetto al numero di dosi inoculate nel pazienti. Sono in corso in queste ore i colloqui tra il ministero della salute ed i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco, in costante contatto con tutte le forze predisposte per la campagna di vaccinale, ma si aspetta il pronunciamento da parte della commissione che sta valutando il rischio. Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha sottolineato il continuo allineamento per monitorare l’avanzamento della valutazione che è attesa per mercoledì.

La possibilità che l’Ema arrivi a limitare l’uso del vaccino escludendo alcune categorie, ha sottolineato Sileri, “è già successo per tanti altri farmaci, a partire dall’aspirina, perla quale a partire dagli anni ’80 è stato posto un limite d’uso per la fascia dei bambini sotto i 12 anni per alcuni eventi avversi“.

Sarà necessario quindi prima di tutto individuare quali sono i sottogruppi con maggiore rischio ed aspettare i risultati del processo di farmacovigilanza. Anche se non sarà un processo semplice capire quali saranno le categorie a rischio “Le giovani donne, spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l’effetto del Covid, dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro.”, lo dice Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, in un ‘intervista al Messaggero.

La Mhra, agenzia britannica del farmaco sta valutando di limitare il vaccino Astrazeneca per gli under 30, ma i dati sono ancora sotto studio. Come ha sottolineato Cavaleri infatti è sempre più difficile affermare che non esiste una relazione tra la sindrome dei coaguli di sangue ed il vaccino, ma non è ancora chiaro che cosa causi questa reazione e non sapendo ancora qual è l’elemento di correlazione tra i pazienti difficilmente si potrà delineare quali sono i limiti di età, nonostante le dichiarazioni delle agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni “Noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici”. Il caso è quindi ancora aperto e presto sapremo come rapportarci con il vaccino anglo-svedese.

Gestione cookie