La Serbia, mentre la campagna di vaccinazione va a rilento in tutta Europa, lancia una sorprendente iniziativa legando il vaccino al turismo. Ecco cosa succede.
La campagna per la somministrazione del vaccino procede un po’ ovunque a rilento ma evidentemente non in Serbia: la nazione balcanica a quanto pare ha molte dosi da somministrare in eccesso dal momento che il Presidente Aleksandar Vucic ha disposto dall’11 gennaio 2021 la possibilità di vaccinarsi nella nazione europea anche per i turisti. A raccontare questa incredibile notizia sono stati alcuni italiani che per motivi di lavoro o per semplice turismo si sono recati in Serbia, ricevendo il vaccino: “Lavoro e vivo in giro per il mondo con l’azienda di famiglia e ho anche un ufficio in Serbia. Abito tra Milano e Singapore, dove tra l’altro mi avevano proposto la vaccinazione. Ma causa Covid non riesco a rientrare in Asia da Natale”, racconta l’imprenditore Simone Avogadro, 57enne che avrebbe dovuto attendere ancora a lungo. Ragione che ha spinto l’uomo ad aderire all’iniziativa serba che ha come unico svantaggio quella di richiedere un’ottima conoscenza della lingua locale.
Infatti, per aderire all’iniziativa è sufficiente accedere al portale appositamente messo a disposizione dal governo serbo, scritto rigorosamente nella lingua parlata nella nazione dei Balcani. A questo punto, la persona residente all’estero può partire per una delle tante città serbe dove può ricevere il vaccino: “Io ho scelto Pfizer e in 48 ore ho avuto l’appuntamento in un ospedale di Belgrado. Per la prima dose, a inizio marzo, sono rimasto qualche giorno per motivi di lavoro. Ho unito l’utile al dilettevole. Per la seconda, sono andato e tornato dopo qualche ora”, conclude il racconto Avogadro. La Serbia pur non avendo fatto parlare molto di se sui notiziari da quando la pandemia è iniziata ha una campagna di vaccinazione molto efficiente, spiega l’uomo: “Dopo aver vaccinato rapidamente anziani e fragili, hanno incoraggiato le somministrazioni agli imprenditori e in generale alle categorie produttive per favorire la ripresa dell’economia”, racconta l’imprenditore che ha dovuto soltanto sborsare il denaro necessario al viaggio. Ma quella della Serbia non è una mossa che nasce esclusivamente dalla voglia di aiutare l’Europa nella campagna del vaccino: infatti, si tratterebbe di una vera e propria iniziativa per rilanciare il turismo nazionale, messo in ginocchio dal virus.
L’idea del Governo locale è di incentivare i viaggi nel paese, offrendo la possibilità di vaccinarsi evitando un’attesa che in molti casi può essere di mesi nel proprio paese di origine. Il Governo di Belgrado ha praticamente ultimato la campagna di vaccinazione sulle persone appartenenti a categorie a rischio e si trova dietro Israele e Gran Bretagna per quanto riguarda il numero di dosi somministrate. Ma non è tutto: i turisti che dovessero decidere di aderire all’iniziativa particolare quanto ingegnosa potranno anche scegliere quale farmaco farsi somministrare. Ad esempio, l’imprenditore che ha raccontato questa storia ai cronisti italiani dice di aver preferito il vaccino Pfizer. Nel paese però ad andare per la maggiore sono i farmaci provenienti dalla Cina che compongono circa il 70% delle dosi di vaccino somministrate fino ad oggi.