Mario Giovita, medico di base della provincia di Bergamo, è morto di Covid il 16 marzo 2020. Ora la famiglia chiede alla Regione un risarcimento milionario.
Mario Giovita aveva 65 anni, faceva il medico di base a Caprino Bergamasco – in provincia di Bergamo – e il 16 marzo dello scorso anno è morto di Covid. Il dottore, specialista in malattie infettive, viveva con la moglie e i tre figli nel piccolo Comune in cui esercitava la professione ed è uno dei tanti medici di famiglia che, soprattutto nelle prime settimane di emergenza sanitaria, hanno contratto il virus mentre svolgevano il proprio lavoro.
Ora, poco più di un anno dopo il grave lutto, i familiari del dottor Giovita vogliono chiarezza. E giustizia. Secondo loro, al medico non sarebbero stati forniti di dispositivi di protezione individuale che pure aveva ripetutamente richiesto: per questo motivo, l’uomo avrebbe contratto il Covid e, poco dopo, sarebbe morto. Sulla base di questa ricostruzione, la famiglia del dottor Giovita chiede all’Ats di Bergamo – Azienda per la Tutela della Salute – un risarcimento milionario: “E’ stato costretto a svolgere il proprio servizio senza che gli siano stati forniti tempestivamente i presidi necessari per per evitare il rischio di contagio da Covid-19. Risulta lampante come Ats di Bergamo sia pienamente responsabile della propria condotta omissiva“, ha affermato l’avvocato Paolo Baio, che rappresenta la moglie del medico, Anna Maria Distefano e i figli Lorenzo, Diego e Sergio.
Mario Giovita era stato l’ottavo camice bianco in Italia vittima di Covid. “La responsabilità di pianificare, organizzare e programmare la distribuzione e la dotazione dei presidi di protezione è a carico della Ats“, ha detto ancora l’avvocato della famiglia. Sulla base del piano pandemico regionale – risalente al 2006 – dispositivi di protezione individuale avrebbero dovuto essere consegnati ai medici di base e al personale sanitario lombardo entro 180 giorni dalla realizzazione del piano stesso. Ma, sottolineano ora i medici e i loro familiari, non sono mai stati consegnati, neanche nei 14 anni successivi. La zona di Bergamo fu una di quelle maggiormente colpite durante i primi mesi di pandemia, all’inizio del 2020. Il caso del dottor Giovita, con la richiesta di risarcimento da parte della famiglia, potrebbe dare il via ad una serie di azioni da parte dei familiari delle tante vittime di Covid che, soprattutto nelle primissime fasi della pandemia, si sarebbero forse potute evitare con una massiccia distribuzione di dispositivi di protezione individuale.