Il tribunale di Bruxelles ha ordinato al Governo belga di mettere fine alle misure anti Covid entro maggio, pena una sanzione di 5mila euro al giorno.
Il governo del Belgio rischia di pagare una maxi multa che potrà arrivare fino a 200mila euro se non rimuoverà le misure anti Covid adottate nel paese con il decreto dello scorso 6 febbraio. Il giudice del tribunale di Bruxelles ha ritenuto l’approvazione del governo di prorogare le restrizioni a fronte della situazione pandemica, illegittima, come la sua attuazione. Il tribunale ha emesso la sentenza e ora il Belgio ha l’obbligo di eliminare tali misure entro 30 giorni, se non rispetterà il tempo concesso scatterà una multa di 5mila euro al giorno per un massimo di una multa complessiva di 200mila e la sentenza non ammette ripensamenti “in considerazione delle complesse circostanze legate alla crisi sanitaria e senza metterle in discussione”.
Il tribunale ha accolto il ricorso presentato “Ligue des droits humains”, la lega belga per i diritti umani, un movimento no-profit nato nel 1901 che combatte per cercare di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini e si dichiara “indipendente, pluralista e interdisciplinare”. Da quanto ricostruito dal quotidiano Le Soir, il decreto approvato dal governo di Bruxelles il 6 febbraio scorso avrebbe violato le norme costituzionali, come hanno sottolineato Audrey Despontin e Audrey Lackner esponenti della Ligue. Le misure “Violano il principio di sussidiarietà del diritto penale, l’obbligo di consultare il Consiglio di Stato e il principio di certezza del diritto”.
La proroga delle misure anti Covid, secondo la denuncia della lega dei diritti umani, è stata approvata senza dare un’opportuna comunicazione pubblica violando quindi il principio inderogabile della certezza del diritto, che obbliga inoltre la consultazione preventiva al Consiglio di Stato. Il tribunale di Bruxelles ha inoltre sentenziato che il decreto ministeriale del 28 ottobre 2020 “Non appare fondato su una sufficiente normativa” e che le limitazioni vigenti, in merito alle regole restrittive delle libertà costituzionali e dei diritti umani, devono quindi essere revocate. L’esecutivo belga non ha comunque accettato la sentenza a mani basse, Annelies Verlinden, Ministro dell’Interno, ha infatti comunicato l’intenzione di avanzare il ricorso, ma il caso belga apre comunque un primo spartiacque nel diritto internazionale e nei diritti civili.