Dopo aver ascoltato la storia di Olesya Rostova, la famiglia di Denise Pipitone invia l’avvocato in Russia per delle verifiche. Ma non è la prima volta.
Il caso del presunto ritrovamento in Russia di Denise Pipitone, la bimba scomparsa all’età di circa quattro anni da Mazara del Vallo nel 2004, si infittisce e prende una svolta decisiva. E’ infatti arrivata alla stampa nelle ultime ore la decisione del legale della famiglia di recarsi direttamente nella nazione euro-asiatica per verificare se la storia di Olesya Rostova, la ragazza che ha affermato nel corso di un’intervista televisiva con i cronisti locali di essere stata strappata alla famiglia in tenera età, possa essere compatibile con la triste vicenda di Denise Pipitone. In Russia, l’avvocato Giacomo Frazzitta presiederà al test che confronterà il DNA della giovane con quello di Piera Maggio, la madre della bambina che da ormai quindici anni non ha più notizie di sua figlia: “Andrò io per tutti gli accertamenti, la mamma resta qui”, spiega il legale. L’uomo ha anche aggiunto che la pandemia in corso non sta rendendo affatto facile questo viaggio: “Stiamo provando a vedere se ci autorizzano subito senza dover fare i 15 giorni di quarantena. Attendiamo”, spiega Frazzitta mentre aspetta il verdetto di Mosca riguardante il suo spostamento nel paese. Il legale, pur cauto, non ha mancato di accennare a quella che, per il momento, è una debole speranza, riferendo che la “pista russa” era comparsa fin dai primi giorni della scomparsa.
La madre, Piera Maggio, ha mostrato cautela – “restiamo con i piedi per terra” ha detto – e anche l’avvocato della famiglia di Denise Pipitone non vuole sbilanciarsi in merito sull’esito che potrebbe avere il suo viaggio in Russia: “Bisogna distinguere tra segnalazioni non riscontrabili e altre in cui la verità può essere accertata. Come in questo caso. Siamo di fronte a una ragazza che non conosce la sua storia, che non sa chi sia sua madre, e che somiglia a Piera Maggio”, si esprime Frazzitta sostenendo che questa volta non si sta parlando di una segnalazione impossibile da verificare come quelle che si sono susseguite negli anni successivi alla sparizione della bambina ma di un caso in cui un test scientifico può fugare ogni dubbio. E gli avvistamenti non confermati di Denise negli anni sono stati numerosi, tutti purtroppo smentiti volta per volta, lasciando i familiari della piccola immersi nei dubbi e privi di una risposta. La prima volta che Denise venne avvistata da qualcuno fu poco dopo la sparizione, nell’ottobre del 2005: una guardia giurata a Milano si disse convinta di aver avvistato la bambina in compagnia di una donna di origini rom. Di fronte al tentativo della donna di coprire il volto della piccola, l’uomo era riuscito a realizzare un video inviato a Piera Maggio: “E’ la mia bambina”, aveva detto la donna, certa di aver ritrovato Denise. Tuttavia, le successive indagini dei Carabinieri non portarono a niente, smentendo di fatto questa ipotesi.
Sempre nel 2005, la famiglia della bambina si reca in Tunisia per indagare su un altro presunto avvistamento, non arrivando a nulla. Ancora una volta nello stesso anno, in un campo nomadi di Padova, i Carabinieri sono costretti a confutare un nuovo avvistamento, ritrovando in compenso un’altra ragazza bulgara scomparsa anni prima. A quel punto, sul caso cala il silenzio fino al 2007, anno in cui a Molfetta avviene un nuovo avvistamento: per un tragico scherzo del destino, la bambina si chiama Denise ma non è la piccola Pipitone. Negli anni successivi non si contano i nuovi presunti avvistamenti della bambina a Verona, Bologna e Cremona, tutti smentiti uno dopo l’altro. Il caso più eclatante però è senz’altro quello risalente al 2015 quando una ragazza – compiendo uno scherzo di pessimo gusto – scrive a Piera su Facebook spacciandosi per la figlia scomparsa. Due anni dopo, qualcuno invia alla redazione del programma “Chi l’ha visto?” la foto di una ragazza molto somigliante a Denise: si tratta soltanto dell’ennesima strada senza uscita nelle indagini. Ora però, nel caso dell’avvistamento in questione, la famiglia avrà per la prima volta la possibilità di fugare ogni dubbio mediante un test del DNA. Saranno ore cariche di tensione per la famiglia della piccola che forse, riuscirà finalmente a scoprire la verità sulla scomparsa della bambina.