A Napoli è iniziata la distribuzione del vaccino Moderna ai medici di famiglia, ma 65 di loro non vaccineranno ne prenoteranno l’iniezione ai pazienti.
Sono oltre 360 i medici di famiglia di Napoli che hanno aderito alla campagna di profilassi per effettuare le vaccinazioni anti-Covid19. Le dosi del farmaco Moderna verranno distribuite ai medici di famiglia per poter effettuare i vaccini agli oltre 10mila domiciliati, persone fragili e disabili che aspettano di essere immunizzati. Del totale dei medici 168 di loro hanno dichiarato che effettueranno la vaccinazione a casa degli assistiti, operazione che spesso coincide con orari al di fuori del proprio ricevimento, organizzando le sedute vaccinali con i propri pazienti, altri 190 effettueranno il servizio negli hub vaccinali del territorio e 65 di loro hanno dichiarato che non vaccineranno.
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, impegnato in questi giorni per monitorare l’andamento della campagna vaccinale sui vari e diversificati territori del nostro Paese, ha dichiarato «Siamo in guerra. Servono norme da guerra». Nella stessa ottica si potrebbero chiamare ‘disertori’ i medici che hanno declinato la somministrazione del vaccino e la prenotazione per i pazienti più fragili, che intanto sono stati segnalati alla commissione disciplinare della Regione Campania, ha spiegato Pina Tommasielli, uno dei medici di famiglia impegnata nella campagna e referente dell’Unità di Crisi per la medicina territoriale.
L’adesione del personale sanitario alla campagna vaccinale è stata decisamente molto ampia su tutto il territorio nazionale, come ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza che ricorda che il governo sta vagliando un decreto per rendere obbligatorio il vaccino per gli operatori sanitari per il contatto stretto e quotidiano che questi hanno con i pazienti “C’è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma”. Il futuro dei 65 medici adesso è al vaglio della direzione della tutela della Salute, che deciderà se procedere eventualmente con sanzioni disciplinari. Dovrà essere studiato infatti ogni singolo caso per capire come agire da punto di vista etico e deontologico, dato che i medici ‘disertori’ potrebbero essere gli stessi che non partecipano alle campagne per i classici vaccini anti-influenzali per essere immunodepressi con patologie particolari.
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