Braccio di ferro tra il Governo e la magistratura sul vaccino anti Covid. I giudici pretenderebbero di rientrare nelle categorie prioritarie.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 12.916 unità e portano il totale a 3.544.957. Nelle ultime ventiquattro ore 417 morti che anno salire le vittime a 108.350 e 19.725 guariti che raggiungono quota 2.870.614. Totale persone vaccinate: 2.996.933.
I casi attualmente positivi scendono a 565.993, – 7242 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati sono 29.163, +462 mentre in terapia intensiva 3721 assistiti, +42 da ieri.
Braccio di ferro tra il Governo Draghi e l’Associazione nazionale dei magistrati. Campo di battaglia, questa volta, il vaccino anti Covid. L’Italia appare piuttosto in ritardo sul fronte delle vaccinazioni: meno di 3 milioni di cittadini hanno ricevuto entrambe le dosi. Coloro che pagano il prezzo più alto di questi ritardi sono gli over 80 non residenti nelle case di riposo, più esposti al rischio di contrarre il Covid in modo severo o molto severo, come dimostrano i dati. E in questa corsa all’immunizzazione delle categorie maggiormente a rischio, i magistrati avanzano la richiesta di entrare tra coloro che hanno diritto alla vaccinazione per primi. L’Anm, pertanto – attraverso una nota – ha rivolto un invito a tutti i dirigenti degli uffici affinché – senza adeguate tutele sanitarie – venga limitata tutta l’attività giudiziaria e sospesa quella non urgente. In parole povere niente vaccini uguale processi rallentati. “L’esclusione del comparto giustizia dalla programmazione vaccinale, imporrà fin da subito il sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie che devono essere necessariamente svolte in presenza, donde l’inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi” – si legge nella nota.
Secondo il sindacato delle toghe, il Governo non terrebbe in dovuto conto il comparto della giustizia, collocandolo in una posizione di minore priorità rispetto ad altri servizi già sottoposti a vaccinazione. “Qui non c’entrano gli interessi della presunta casta ” – ha specificato il giudice Lilli Arbore, componente della giunta Anm – “Non si può esporre la collettività al rischio che gli uffici si trasformino in focolai diffusi“. E ha ricordato l’ultima tra le vittime del Covid appartenente alla magistratura, il procuratore della Distrettuale antimafia Luigi Frunzio: 62 anni, senza altre patologie, stroncato dal virus dopo tre mesi di estenuante lotta.
Ma dal Governo rispondono che l’Associazione nazionale magistrati già sapeva che sarebbe stato prorogato lo stato di emergenza per l’attività giudiziaria così come conosceva la scelta dell’Esecutivo di Mario Draghi di procedere alle vaccinazioni per classi di età . Temi che erano stati al centro del colloquio con il Ministro della Giustizia Marta Cartabia, avvenuto il 18 marzo scorso. In quella occasione l’Anm aveva chiesto l’inserimento dei magistrati tra i soggetti da vaccinare con priorità, ma la guardasigilli Cartabia aveva ribadito la linea del Governo, in nome del principio di uguaglianza e per evitare la competizione tra le categorie. Le toghe, nella tarda serata di ieri, sembrano essere tornate in parte sui propri passi. Infatti il presidente di Anm, Giuseppe Santalucia, ha puntualizzato: “Nessuna minaccia di sospensione dell’attività giudiziaria da parte dell’Associazione nazionale magistrati. Non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo. Quella nota non era una richiesta di vaccinazione prioritaria della corporazione dei magistrati. Abbiamo detto che in un periodo in cui si chiude l’Italia di considerare che l’udienza è un luogo di esposizione a rischio”. Per il momento, questo braccio di ferro, sembra essersi chiuso a favore del Governo. Ma potrebbe trattarsi solo del primo round.
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