Sonia Pantoli, architetto trentunenne di Avezzano, è morta all’ospedale di Pescara dove era stata ricoverata in seguito al peggioramento delle sue condizioni dovuto alla positività al Covid.
La convinzione diffusa, soprattutto tra i più giovani, è che il Covid sia un pericolo esclusivamente per le persone in età più avanzata. Purtroppo, sempre più spesso, i fatti dimostrano che le cose non stanno esattamente così: anche gli ultimi dati, con la crescita della variante inglese, dimostrano come il pericolo riguardi l’intera popolazione. L’ennesima, drammatica dimostrazione della pericolosità del virus arriva oggi dall’Abruzzo, dove Sonia Pantoli, architetto di 31 anni di Paterno, una frazione di Avezzano, è morta dopo aver combattuto contro la malattia.
Sonia, che era ricoverata all’ospedale di Pescara, non ce l’ha fatta. Trasferitasi qualche anno fa a Francavilla, dove lavorava per la Proger spa, una società internazionale impegnata nell’expertise italiano nel settore del management e dell’ingegneria, la trentunenne era risultata positiva insieme a gran parte dei suoi familiari. Le sue condizioni, però, si erano improvvisamente aggravate, tanto da rendere necessario il ricovero presso la struttura ospedaliera pescarese.
Con i suoi 31 anni compiuti da poco, Sonia è una delle più giovani vittime del Covid in tutta la Regione: la sua positività risaliva, probabilmente, a giorni a cavallo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, ma nessuno poteva immaginare un simile, drammatico epilogo. Lo stesso personale medico dell’ospedale di Pescara, che ha seguito la donna negli ultimi giorni di vita, si interroga sul quadro clinico generale: l’obiettivo è ora cercare di capire se il Covid abbia rappresentato la principale causa del decesso o se abbia invece solo contribuito all’aggravarsi generale delle sue condizioni, magari sovrapponendosi ad altre patologie.
Il primo a contrarre la malattia, nella famiglia di Sonia, era stato il padre: da lì, tutti i parenti erano stati sottoposti a un tampone, che aveva evidenziato la positività della trentunenne, così come di altri congiunti. Nei giorni successivi le sue condizioni sono peggiorate in maniera sempre più preoccupante: la febbre alta, il consulto con il medico di famiglia, il ricovero all’ospedale di Pescara. Fino alla tragica fine di ieri.